Terra dei fuochi: don Patriciello, “la lotta per il diritto al respiro, alla salute, a un ambiente sano non conosce sosta”

“La lotta per il diritto al respiro, alla salute, a un ambiente sano nelle province di Napoli e Caserta non conosce sosta. I cittadini non hanno mai smesso di protestare, alzare alta la voce per farla arrivare dentro i palazzi del potere. Le delusioni in questi anni sono state tante, i bocconi amari ingoiati tantissimi. La perseveranza, però, non è mai venuta meno”. Lo scrive don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, in un editoriale su “Avvenire”, a commento del protocollo siglato ieri dal Governo sulla Terra dei fuochi. Ieri il sacerdote è stato invitato a Caserta dal premier Giuseppe Conte per un incontro, insieme ai ministri del suo Governo, sul dramma della Terra dei fuochi, per l’appunto. “In Campania si producono 5.000 tonnellate di rifiuti urbani al giorno, contro le 22.000 tonnellate di rifiuti industriali, ai quali occorre aggiungere altre 6.000 tonnellate di rifiuti industriali di cui si perdono le tracce perché prodotti in nero. Basterebbero questi numeri per farci capire che il vero problema non sono i rifiuti delle case ma quelli dell’ industria disonesta sempre in combutta con la camorra. Questo dato ci dice che gli inceneritori cui accennava pochi giorni fa il ministro Matteo Salvini non sono, non possono essere, la soluzione”, ha denunciato durante l’incontro Patriciello. E al ministro che gli chiedeva di non fare polemiche, il parroco ha ricordato “l’attenzione dei volontari e della Chiesa campana su questo dramma, noi vogliamo solo il bene della nostra terra e della nostra gente. Occorre avere il coraggio di affrontare una volta per sempre il problema del lavoro in nero, dell’illegalità, dei rifiuti ospedalieri, in particolare quelli radiottivi, dell’amianto… La raccolta differenziata sta andando bene, ma se a bruciare non sono più i roghi illegali nelle campagne ma interi siti di stoccaggio, si capisce che siamo di fronte a qualcosa di grosso”. Il protocollo firmato, ricorda nell’editoriale Patriciello, “non prevede inceneritori, ma militari, droni, controllo delle industrie che lavorano in nero e delle ditte in sub appalto. Inoltre controllo delle discariche abusive, del traffico illecito, delle strutture ospedaliere e delle bonifiche. Si inizia? Lo speriamo”. “Domenica – dice – ho chiesto ai fedeli di pregare per questo incontro. Ci credo. Continuo a crederci. Davanti al palazzo della prefettura tanta gente protesta. Li guardo dalla finestra, sono i miei fratelli, i miei amici, coloro che si affaticano per il bene della nostra terra a costo zero per le casse dello Stato. Ognuno fa la sua parte. La cosa importante è raggiungere la meta”. E conclude: “Non voglio peccare d’ingenuità, ma sono fiducioso. Anche perché sono ‘costretto” ad esserlo. A noi cristiani, infatti, è vietato smarrire la speranza. Ce lo chiede l’Uomo-Dio nel quale crediamo. E occorre obbedire”.

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