Conferenza animatori RnS: don Passaro (biblista), “camminare nello Spirito è decidersi per una lotta contro esistenza egoistica”

(Pesaro) “La legge dello Spirito dà vita in Cristo Gesù”. Muove da un passo della Lettera ai Romani don Angelo Passaro, professore di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica di Palermo e direttore di “Rivista Biblica”, intervenendo alla seconda giornata della 42ª Conferenza nazionale animatori promossa da Rinnovamento nello Spirito Santo a Pesaro dal 1° al 4 novembre. “La legge dello Spirito della vita – afferma il biblista – ha liberato quelli che sono in Cristo Gesù. Perché l’uomo non deve più trovare il suo principio nel proprio io, dal momento che Gesù Cristo è diventato il nuovo principio nei suoi confronti. La fragilità dell’umano ci consegna alla nostra condizione di figli nel Figlio per il dono dello Spirito, capaci di chiamare Dio ‘Abbà’, capaci di fare nostro il punto di vista del Figlio, che è il punto di vista dell’uomo ‘mezzo morto’ di cui parla la parabola del Buon Samaritano. È lo Spirito la misura della nostra figliolanza. Lo Spirito di Cristo ci fa responsabili, ci abilita a scegliere la risposta che Gesù ha dato al Padre: ‘Si compia in me la tua volontà’”. Commentando, tra l’altro, la parabola del Figliol prodigo, don Passaro ha sottolineato come dalla figliolanza scaturisca la fraternità: “La consegna della propria condizione filiale apre alla fraternità. Non si può essere fratelli attenti gli uni agli altri senza la consapevolezza di essere figli nel Figlio per il dono dello Spirito”. Una fraternità che “si apre a ogni uomo, chiunque egli sia”. Di qui, il concetto di “responsabilità credente”, da attuarsi secondo un “servizio santo” che non può che essere interpretato, anche, come “solidarietà con il mondo”. “Camminare nello Spirito – continua il biblista – è decidersi continuamente e costantemente per una lotta senza compromessi o concessioni contro l’esistenza egoistica. Una vita ‘spirituale’ per un servizio santo è un’esistenza nuova nella quale e dalla quale si è interpellati e illuminati in modo nuovo”. Pertanto, occorre “abitare e vivere la comunità umana, cioè andare oltre gli spazi, peraltro importanti della nostra appartenenza, per interessarci, prenderci cura di quella creazione che attende la rivelazione dei figli di Dio”. Si tratta, conclude don Passaro, di “un cambio di paradigma, che ribalta i criteri che usualmente strutturano l’esistenza, anche quella credente ed ecclesiale. Dio, nel Figlio, si è compromesso in tutto, fuorché nel peccato, con la condizione umana. La kènosi (‘svuotamento’) del Figlio testimonia questa nuova via che inaugura una vita sempre nuova, cristicamente segnata, santamente vissuta”.

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