Papa Francesco: a partecipanti pellegrinaggio Albania, “parte integrante dell’Europa”. Saluta gli italo-albanesi

foto SIR/Marco Calvarese

“L’Albania, terra di antica e gloriosa storia, è parte integrante dell’Europa e per mezzo delle sue più nobili e vive tradizioni documenta le origini della sua stessa civiltà”. Lo ha detto il Papa, ricevendo questo pomeriggio in udienza, nella Sala Clementina, i partecipanti al pellegrinaggio dall’Albania, convenuti a Roma in occasione dei 550 anni dalla morte di Giorgio Castriota Skanderbeg, eroe nazionale albanese, definito da Francesco “eroico figlio di un popolo forte e generoso, che ha difeso con coraggio i valori spirituali e il nome cristiano, fino al punto di meritare il titolo di ‘Athleta Christi’, e ha forgiato con le sue gesta l’identità culturale albanese, diventando indiscusso simbolo di coesione e unità nazionale, e interprete in sommo grado dei valori di scrupolosa fedeltà agli impegni liberamente assunti”. “La peculiare rilevanza della figura e dell’opera del Castriota è ben rappresentata dalla vostra bandiera, con l’aquila nera bicipite su fondo rosso, che ricalca lo stemma dell’eroe”, ha fatto notare il Papa, secondo il quale “poche volte nella storia un singolo individuo ha incarnato in modo tanto netto e in così vasta misura le virtù di un popolo, al punto che è difficile comprenderne lo spirito senza soffermarsi a considerare i principi e i valori che animarono quel singolo personaggio”. “Dopo la morte dell’eroe e l’invasione dell’Albania, molti albanesi preferirono emigrare e numerosi si stabilirono in Italia, nel centro della penisola e nel meridione, specialmente in Calabria e in Sicilia, dando origine alle Circoscrizioni ecclesiastiche albanesi di Lungro, Piana degli Albanesi e Grottaferrata”, ha proseguito Francesco: “La presenza oggi a questo incontro di un gruppo di arberesh, ossia degli italo-albanesi, con le loro tradizioni ed espressioni linguistiche tramandate da secoli, ci porta con l’immaginazione all’atmosfera dell’Albania di Skanderbeg, e conferma che l’eroe albanese rimane un valido ponte per il mantenimento di fruttuosi legami degli arberesh con la loro terra d’origine”.

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