Infanzia: Fico (presidente Camera), “contro povertà e disuguaglianze serve cambio di mentalità e impegno di tutti”

“Oggi ci vuole un cambio di mentalità assoluto, un cambio culturale. Il nostro Paese deve investire nelle aree problematiche”. Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, inaugurando l’incontro di presentazione, questa mattina a Montecitorio, del IX Atlante dell’infanzia a rischio “Le periferie dei bambini” di Save the Children, pubblicato per il terzo anno consecutivo da Treccani e diffuso in anteprima il 13 novembre, di cui il Sir ha già dato un ampio resoconto. Dalla ricerca emerge che 1,2 milioni di bambini e adolescenti vivono in povertà assoluta e che all’interno delle stesse città esistono enormi divari e squilibri economici e di opportunità educative tra quartieri centrali e periferie. “Mi preoccupa m0lto – le parole di Fico – lo svantaggio evidente dei bambini e degli adolescenti che abitano le periferie del nostro Paese, periferie geografiche ma anche sociali. Io sono cresciuto a Napoli, una città meravigliosa ma con sacche di povertà e disagio molto forti che non riguardano solo le cosiddette periferie. Oggi ci vuole un cambio di mentalità assoluto, un cambio culturale. Il nostro Paese deve investire nelle aree problematiche attraverso i Comuni che sono le istituzioni più vicine ai cittadini”.
Nei contesti difficili, prosegue il presidente della Camera, occorre “porre in essere misure di prevenzione della devianza minorile e di recupero dei minori che hanno commesso reati. Occorre impedire che la criminalità occupi i vuoti anche esistenziale e familiari di cui sono vittime”. La pena, aggiunge, deve essere “essenzialmente in chiave di rieducazione e di recupero come stabilito dalla carta costituzionale”. Fico chiama in causa istituzioni e società civile: “Affinché i diritti dell’infanzia siano effettivamente rispettati dobbiamo fare una grande squadra. Nel centro e nelle periferie delle nostre città esistono realtà straordinarie, con una forza e un’anima che non hanno paragoni. Dobbiamo partire da lì – conclude – per creare attorno quell’humus positivo che ci porti ad essere una società migliore nella quale il minore è al centro con le sue esigenze e i suoi diritti”.

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