Grande Guerra: p. Ardura (Pcss), “è venuto il tempo di riflettere sulle conseguenze del conflitto e dei trattai di pace”

“Cento anni dopo il conflitto che ha insanguinò l’Europa, conflitto qualificato mondiale dato che parteciparono con coraggio alla lotta anche numerosi soldati provenienti dalle colonie è venuto il tempo di riflettere non soltanto sulla fine delle ostilità ma anche sulle conseguenze del conflitto e dei trattati di pace. Questo perché molte delle piaghe che fanno soffrire ancora oggi tantissime persone e popolazioni hanno origine nella fine del conflitto e nelle trattative di pace”. Lo ha affermato oggi pomeriggio p. Bernard Ardura, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, introducendo alla Lateranense al convegno “Santa Sede e cattolici nel mondo postbellico (1918-1922)” promosso dal Pontificio comitato di Scienze storiche in occasione del centenario della conclusione della Prima Guerra mondiale. Ardura ha ricordato che alla fine della Prima Guerra mondiale – definita da Benedetto XVI “inutile strage” e “suicidio dell’Europa”’ – scompaiono “il Reich tedesco, l’impero austro-ungarico e quello ottomano, nascono alcuni nuovi Stati con nuove frontiere (Ungheria, Turchia, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Repubbliche baltiche) mentre la Polonia torna ad essere uno Stato. La Germania perde le sue colonie a favore dei vincitori Francia e Gran Bretagna, il vicino oriente è affidato dalla Società delle Nazioni ai mandati di Francia e Gran Bretagna”. “Questi nomi – ha proseguito – evocano realtà dolorose ancora oggi perché si tratta di Siria, Libano, Palestina, Transgiordania, Iraq”. Il Primo conflitto mondiale provocò 10 milioni di vittime, 6 milioni di invalidi, 4 milioni di vedove e 8 milioni di orfani.
Ardura ha auspicato che “lo studio delle conseguenze del Primo conflitto mondiale apra vie nuove di riflessione per alimentare le conoscenze di un passato centenario ma offra anche nuovi spunti di riflessione utili per costruire oggi un mondo di pace, serenità e armoniosa convivenza umana”.
Il convegno si è aperto con i saluti del rettore della Pontificia Università Lateranense, Vincenzo Buonomo, che ha osservato come il tema al centro della riflessioni “in questi giorni è stato un po’ a cuore al Santo Padre che ha parlato di pace”, che ne ha parlato anche per l’avvio alla Lateranense di un corso di studi in scienze della pace.

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