Radici cristiane Occidente: mons. Brambilla (Novara), “non possono essere ereditate lasciandosi alle spalle il cristianesimo”

“L’ambiente culturale ellenistico è il contesto in cui si va ad acclimatare la fede biblica trasponendosi gradualmente dalla cultura giudaica e semitica alla cultura ellenistica greco-romana”. Lo scrive mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vicepresidente della Cei, nell’editoriale di “Vita e pensiero”, bimestrale culturale (numero di settembre-ottobre) dell’Università Cattolica, anticipato al Sir. “Cinque nozioni chiave possono fare da test per dire l’eredità che il cristianesimo lascia alla cultura occidentale – sostiene il presule -, ma che non può essere ereditata semplicemente lasciandosi alle spalle il cristianesimo”. Scorrendole una per una, mons. Brambilla indica: grazia e libertà; creazione; persona; comunità e futuro. “Se si recide la loro radice cristiana, se si interrompe la sorgente della benevola e misericordiosa iniziativa divina, non solo l’agire dell’uomo, ma anche lo spessore del suo essere persona, la ricchezza della sua socialità, i suoi superiori destini saranno ‘sentieri interrotti’”, scrive il vescovo. A suo avviso, all’inizio del nuovo millennio occorre “ritrovare lo stretto sentiero, che porta a riconoscere l’Essere con il nome indicibile del Dio di Gesù”, affinché “la libertà, la creazione, la persona e la società ritrovino la loro sorgente zampillante e il loro traguardo beatificante”.

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