Nobel letteratura non assegnato: Lupo (scrittore), “l’auspicio era per un’opera-mondo che abbia la forza di rappresentare noi oggi chi siamo”

“La scelta di non assegnare quest’anno il premio Nobel per la letteratura – una scelta che potrebbe far nascere illazioni e sospetti ma pur sempre da rispettare – apre il facile indovinello su chi potesse essere lo scrittore designato e come mai proprio lui al posto di altri”. Lo scrive lo scrittore Giuseppe Lupo sulla rivista dell’Università Cattolica “Vita e pensiero”. Riflettendo su “quali sono le qualità che dovrebbero spingere l’Accademia di Svezia a scegliere”, Lupo ne indica in particolare una: “Quel che desidererei ricevere da uno scrittore insignibile del Nobel è la percezione che tutte le storie da narrare sono potenzialmente valide, ma si distinguono sulla base di elementi che paradossalmente esulano da ciò che narrano. Questi elementi permettono di accedere nel territorio che sta oltre il racconto, in quella zona assai più luminosa entro cui spesso i personaggi non arrivano, bloccati da una condizione di debolezza congenita o di manifesta inferiorità nei confronti delle aspettative universali”. L’auspicio dello scrittore era quello che venisse riconosciuta “un’opera-mondo che abbia la forza di rappresentare noi oggi chi siamo, dentro un qui e ora, al limite di quanto noi stessi siamo in grado di sopportarci come personaggi di questo nostro tempo”. A questo “scrittore ideale” l’uomo “non chiede solo di essere raccontato, chiede anche di essere messo alla prova, scuotersi dal torpore in cui galleggia comodamente la sua coscienza e provare a dare, in termini di civiltà e di progettualità, un’altra inclinazione all’asse della Storia”. “Quando incontreremo uno scrittore capace di cambiare le sorti di ogni coscienza, capace di restituire una patina di speranza alle sorti di un’umanità – sostiene Lupo -, allora forse ci troveremo di fronte al capolavoro per cui i tempi sono maturi”. Quelli indicati dallo scrittore sono “un libro e un autore che siano ponti tra il nostro oggi e quel che questo oggi dovrà essere domani”, “un libro dal coraggio estremo ma che tuttavia stentiamo finora a individuare negli scaffali delle librerie”. Indicando dei nomi, Lupo pensa a “Amos Oz per gli stranieri e Claudio Magris per gli italiani”.

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