Brasile: domani il primo giorno delle Presidenziali. Timori da società civile e associazioni femministe per affermazione Bolsonaro

Nel Brasile che si appresta a votare per le elezioni presidenziali (domani 7 ottobre si tiene il primo turno) in un clima di forte polarizzazione, a dominare nel dibattito politico sono il “fattore Bolsonaro” (il candidato di destra, ammiratore di Trump e nostalgico dei militari, dato in vantaggio dai sondaggi) e, collegato a questo, il “fattore femminile”, visto che dalle donne arrivano soprattutto le reazioni e le manifestazioni contro il linguaggio machista e spesso misogino di Bolsonaro. Rosilene Wansetto, sociologa di San Paolo ecoordinatrice di“Jubileu Brasile”, fa notare che il “Brasile è il quinto Paese del mondo per violenza contro le donne e molti sono casi di femminicidio commessi da compagni o mariti. Coloro che soffrono questi tipi di violenza sono quasi sempre povere, vivono nelle periferie, si tratta spesso di donne di colore non protette e non conoscono le procedure legali per denunciare i loro aggressori”. Prosegue la sociologa: “Viviamo ancora in una società segnata dal maschilismo, dal patriarcato e che crede che la donna debba obbedienza, non essendo portatrice di diritti”. Conferma l’economista Sandra Quintela, vicepresidente dell’Istituto Pacs di Rio de Janeiro: “L’aporofobia, o avversione ai poveri, è un termine che si riferisce al razzismo e alla xenofobia, creato dalla filosofa Adela Cortina dell’Università di Valencia in Spagna, può essere una spiegazione per la patologia sociale che vive il Brasile. Qui la povertà è composta principalmente da donne di colore. Il 70% di coloro che ricevono una sovvenzione familiare sono famiglie nere. Il reddito delle famiglie di colore è la metà del reddito medio di una famiglia bianche”. E’ in questo clima culturale che si sta rafforzando la candidatura di Jair Bolsonaro. Commenta Cristiano Morsolin, esperto diritti umani in America Latina: “Condivido l’analisi di Rosilene Wansetto, il crescente consenso elettorale verso il candidato di estrema destra Bolsonaro esprime una visione di maschilismo e una proposta autoritaria particolarmente preoccupante, come dimostrano le 200 iniziative organizzate de collettivi femministi e di donne impegnate in tutto il Brasile, denominato ‘Ele nao'(lui no!)”.

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