Uomo ucciso lasciato in auto: mons. Veschini (parroco Ponte Felcino), “abbandonato come un cane dai suoi compagni”

Un “uomo è stato abbandonato come un cane dai suoi compagni. È una cosa molto disumana”. Così il parroco di Ponte Felcino, mons. Alberto Veschini, vicario episcopale della IV zona pastorale dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, ha commentato ai microfoni dell’emittente diocesana “Umbria Radio” il ritrovamento del cadavere di un uomo ucciso in auto da colpi d’arma da fuoco, esplosi durante l’inseguimento delle forze dell’ordine, mentre l’altra sera stava fuggendo con dei complici dopo un furto ad una tabaccheria.
“Non mi meraviglio per quanto è accaduto. Simili gravi episodi accadono in tutte le città e dappertutto”, ha affermato mons. Veschini. Ponte Felcino non è un centro abitato “dei migliori”, ha proseguito il parroco, e “presenta molte criticità, perché è un quartiere dormitorio e le persone native sono sempre più anziane. La gente percepisce un po’ di paura e come comunità stiamo tutti facendo la nostra parte affinché si mettano più controlli”. Secondo mons. Veschini, “dovremo come cittadini assumerci delle responsabilità nel momento in cui continuiamo ad affittare le case vecchie senza denunciare alle autorità chi ci abita”. Così, ha commentato il parroco, “ci diamo la zappa sui piedi!”.
Sui migranti ospitati nel locale ostello, mons. Veschini ha evidenziato che “vengono percepiti come nemici, ma di fatto non hanno mai commesso cose contro la legge. Noi cerchiamo di operare per la conoscenza, la riconciliazione, l’integrazione”. “Ci sono molte forze che stanno agendo e non solo all’interno della comunità parrocchiale, ma anche a livello sociale come la Proloco, che sta facendo un bel lavoro. Non è facile e ci vuole del tempo, perché le persone – ha ribadito il parroco – vivono Ponte Felcino come un dormitorio, perché è comodo a loro per andare in città a lavorare”.

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