Open day strutture riabilitative: don Angelelli (Cei), “accendere riflettori su carico famiglie con persone disabili o su chi è solo e senza supporti”

Ad una settimana dall’Open day di sabato 13 ottobre, quando oltre un centinaio di strutture di riabilitazione cattoliche e di ispirazione cristiana che accolgono persone con disabilità mentale e fanno parte della rete Accolti.it, apriranno al pubblico le loro porte, don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, in un’intervista al Sir afferma che mentre le strutture autorizzate vengono monitorate, il vero rischio è rappresentato dalle abitazioni: “Purtroppo non sappiamo che cosa realmente accade nei domicili privati. Questa è la mia grande preoccupazione”. La struttura, riconosce, non è l’unica soluzione ma a volte è una scelta obbligata, l’unica possibile per persone completamente sole senza una rete sociale di supporto.  E quando le famiglie non riescono a sopportare il carico di una persona con grave disabilità in casa “bisogna intervenire con servizi sul territorio e di supporto alle famiglie stesse e, laddove necessario, anche con un sostegno economico”. A 40 anni dalla legge Basaglia il problema della disabilità mentale tuttora ricade per lo più sulle famiglie che “rischiano di esserne schiacciate”. L’Open day, spiega, ha anche lo scopo di sensibilizzare la popolazione al problema. “Non vuole soltanto dimostrare la qualità e la professionalità” delle strutture cattoliche; “vuole anche accendere i riflettori sui tanti soggetti senza alcuna rete di supporto che se non ci fossero le nostre realtà ad accoglierli sarebbero segregati in luoghi impensabili o abbandonati per strada”. “Sappiamo di persone – conclude – che vivono sole nelle proprie case dove i servizi sociali o i servizi sanitari territoriali riescono andare per due ore al giorno. Finito il servizio, per le 22 ore successive rimangono abbandonate a se stesse. Questa è la vera emergenza”.

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