Migranti venezuelani: López (Sjr), “in Ecuador 430 mila ingressi, molti si fermano”

“Alcune stime parlano di 430mila venezuelani entrati dalla Colombia in Ecuador negli ultimi mesi. Fino allo scorso luglio l’Ecuador era solo un Paese di transito verso il Perù e poi verso il Cile e l’Argentina. Poi i provvedimenti del Governo hanno bloccato alla frontiera numerosi migranti. All’inizio di agosto l’Esecutivo ha decretato lo stato di emergenza per le zone maggiormente interessate al fenomeno migratorio, a partire dal passo di Rumichaca”. Lo spiega al Sir, dall’Ecuador, nell’ambito di un più ampio servizio sulla situazione dei migranti venezuelani in America Latina, Fernando López, direttore del Servizio gesuita ai rifugiati (Sjr).
Prosegue il direttore del Sjr: “La crisi legata all’arrivo dei venezuelani si è acutizzata a partire dal mese di agosto. A causa dei provvedimenti presi dal Governo si è iniziato a chiedere il passaporto a coloro che arrivavano in Ecuador dalla Colombia. Finora la maggior parte dei venezuelani è entrata nel Paese in modo irregolare”. L’Ecuador è “tradizionalmente un Paese accogliente e solidale, ma il volume delle persone giunte ha messo a dura prova tutto il sistema. Le condizioni di parecchi venezuelani sono molto precarie”. Non sono mancati episodi di xenofobia a Rumichaca e a Quito, “ma si è trattato di casi isolati”. Il problema, ora, è quello di “organizzare un’accoglienza dignitosa, mentre già sono attive organizzazioni criminali che approfittano della situazione per sottopagare i venezuelani”. La Chiesa è già all’opera da mesi: “Abbiamo iniziato a rafforzare la nostra rete tra ordini e congregazioni religiose. Questo lavoro ci ha permesso di affrontare in questi mesi l’emergenza umanitaria. Ora la sfida più grande è di stare vicini ai venezuelani che restano nel nostro Paese, garantendo sostegno psico-sociale, formazione, lavoro”.
Conclude López: “Serve un atteggiamento umanitario, concordato a livello regionale, tra i vari Paesi, visto che tutti siamo interessati. L’arrivo in massa di quest’estate ha sorpreso tutti, eppur si vedeva che questo era lo scenario che si stava preparando. La Colombia, in prima battuta, ha fatto uno sforzo meritorio e così pure gli organismi internazionali”.

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