Sinodo 2018: mons. Fabene, “andando avanti si deciderà se approvare documento finale per numeri o in blocco”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Il documento finale del Sinodo verrà votato con la modalità ‘placet/non placet’ e verrà approvato con la maggioranza dei due terzi. Andando avanti si deciderà se si voterà per numeri o in blocco”. A precisarlo, rispondendo alle domande dei giornalisti, è stato mons. Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, durante il primo briefing sui lavori in corso in Vaticano fino al 28 ottobre. “Dipenderà molto da come sarà formato il documento”, ha spiegato Fabene: “L’importante è che l’approvazione avvenga da parte dei due terzi dei padri sinodali”. “Il Sinodo non è un Parlamento, ma un luogo di discernimento”, ha ricordato padre Antonio Spadaro, segretario della Commissione per l’informazione, ricordando le parole di Papa Francesco. “Insieme, i padri sinodali sono liberi di dire quello che si vuole, ma sapendo che tutto quello che si dice rimane qui dentro”, ha aggiunto. Quanto alla proposta del Papa di inserire tre minuti di silenzio, ogni cinque interventi in Aula, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, ha commentato che “dà il senso della differenza tra un percorso spirituale e un dibattito”. Anche mons. Carlos José Tissera, vescovo di Quilmes, ha definito “molto salutare” l’innovazione introdotta da Francesco per il suo terzo Sinodo: “Aiuta a decantare quello che si sta dicendo e a metterlo nelle mani di Dio”. Non è mancata una domanda sull’elezione della Commissione per l’informazione: il card. Sarah, il primo degli eletti in rappresentanza del continente africano, “ha rifiutato per motivi personali”, ha risposto Fabene: “Così gli è subentrato il secondo nella lista, il card. Napier”.

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