Guatemala: Consiglio ecumenico delle Chiese, a 4 mesi da eruzione Volcán de Fuego “molte famiglie ancora in situazione critica, da Governo mancanza di volontà”

Le Chiese cristiane riunite nel Consiglio ecumenico del Guatemala, a quattro mesi dalla tragedia provocata dall’eruzione del Volcán de Fuego (il bilancio ufficiale è di 179 vittime), prendono una dura posizione attraverso un comunicato che denuncia “la situazione deplorevole di centinaia di famiglie colpite da questa tragedia, la cui condizione diventa più dura con il passare del tempo”. Molte, infatti, si trovano ancora ospitate in situazione di emergenza, senza le condizioni minime per garantire una vita degna: in sovraffollamento, senza privacy, esposte ad abusi di ogni tipo, di fronte alla diminuzione di aiuti umanitari”. Il comunicato, diffuso dall’ufficio stampa della Conferenza episcopale del Guatemala, riferisce di crescenti sentimenti di “mancanza di speranza, sensazione di abbandono, delusione e rabbia”. E denuncia il fatto che varie famiglie sono tornate a vivere nelle rischiosissime zone del vulcano, dove abitavano prima.
Il Consiglio ecumenico denuncia “la mancanza di volontà del Governo di dare la priorità al problema e di attivare canali effettivi e diretti di comunicazione” con la popolazione interessata. Tra le richieste rivolte alle autorità: il “rispetto per i diritti umani, da vedere come una necessità imprescindibile” per la popolazione che vive ancora in situazione di emergenza; velocizzare la costruzione di centri d’accoglienza temporanei; azioni concrete per riattivare le risorse e il lavoro delle famiglie colpite; soprattutto, procedere con un piano abitativo che assicuri una sistemazione “permanente e adeguata” alla popolazione. Infine, un appello viene rivolto alla popolazione, affinché non faccia venire meno il suo aiuto solidale, e assicuri la necessaria vigilanza perché il Governo sia spinto a compiere ciò che è nelle sue responsabilità”.

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