L’accordo provvisorio firmato lo scorso 22 settembre tra la Repubblica popolare cinese e la Santa Sede non è solamente “la conclusione di un processo”, ma “il suo reale avvio, che dovrà essere implementato anche attraverso strumenti di verifica ed eventualmente di miglioramento”. Lo scrive il direttore de La Civiltà Cattolica, p. Antonio Spadaro, nel quaderno 4039 della rivista in uscita sabato prossimo, 6 ottobre. Dopo essersi soffermato sull’atteggiamento di Francesco nei confronti della questione cinese e sullo sviluppo delle relazioni Cina-Santa Sede, Spadaro analizza le sfide pastorali che ne conseguono. Anzitutto la sfida “spirituale”. La Cina sta cambiando rapidamente, negli ultimi 10 anni ha conosciuto un’economia in rapida espansione, ma “la società e il popolo cinese sono alla ricerca di un senso da dare all’esistenza attraverso diverse tradizioni e discipline. La ‘via cristiana’ di tale ricerca è un tema di attualità nel dibattito sociale, politico ed educativo nel Paese”. Quindi la sfida “politica”: la Chiesa cattolica cinese “è chiamata a ridefinire il suo ruolo e le sue relazioni con il Partito comunista e con la sua ideologia”. Essa “deve trovare soluzioni per continuare la sua missione e il suo ministero in Cina”. Ulteriore sfida le “divisioni interne”. Le due comunità – la cosiddetta “ufficiale” e quella “non ufficiale” – sono chiamate “a una nuova fase perché il Vangelo sia predicato più efficacemente”. Infine la “sinizzazione”: “Poiché la Cina ha caratteristiche proprie, la Chiesa cattolica cinese è chiamata a essere pienamente cattolica e pienamente cinese, in modo da inculturare i suoi insegnamenti e i valori del Vangelo” pensando il cristianesimo “in categorie cinesi”.