Open day strutture riabilitative: padre Bebber (Aris), “occasione per dare conto del senso dell’accoglienza cristiana che guida il nostro operare”

“L’opinione pubblica viene a volte messa di fronte a sporadici casi che, purtroppo, si verificano in certe strutture e si convince, o viene aiutata a convincersi, che il sistema sia molto più vicino alla segregazione che non all’accoglienza e alla cura. A parte il fatto che le porte delle nostre strutture sono sempre aperte, invitare – tutti insieme e nello stesso giorno – quanti vogliano sincerarsi di quale sia il clima che si vive nelle Istituzioni, che si richiamano ai principi ispirati dalla Chiesa cattolica, significa cogliere un’occasione per dare conto del senso dell’accoglienza cristiana che guida il nostro operare nel mondo della sofferenza e della fragilità umana”. Lo afferma padre Virginio Bebber, presidente dell’Associazione religiosa degli istituiti socio-sanitari (Aris), in occasione dell’open day organizzato dall’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei in oltre 100 strutture di riabilitazione cattoliche e di ispirazione cristiana, nell’ambito del progetto “Accolti.it dalla segregazione all’accoglienza”. “Crediamo fermamente nell’obiettivo fissato dall’ Ufficio nazionale per la pastorale della salute – dice il presidente -: accendere un’attenzione particolare dell’opinione pubblica sui luoghi di accoglienza, terapia e riabilitazione, specificamente rivolti a persone con disabilità mentale”. Padre Bebber ricorda l’adesione della quasi totalità degli Istituti riabilitativi associati Aris all’invito di don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio per la pastorale della salute, ad aprire le porte delle strutture il 13 ottobre prossimo per “dare visibilità e la dovuta attenzione a un mondo complesso e fragile, spesso liquidato entro i contorni del disagio che poco racconta e molto esclude delle realtà di senso e significato che ogni persona e ogni contesto possono esprimere”.

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