“Esiste uno spartiacque tra la civiltà e la non civiltà ed è il considerare la diversità come ricchezza”. Ne è convinto Giulio Pelonzi, consigliere comunale di Roma, per il quale “oggi invece qualcuno ci vuole far pensare che sia pericolosa”. Intervenendo all’inaugurazione del “Giardino della memoria e dell’accoglienza” a piazza Bernini, nel quartiere romano di San Saba, Pelonzi ha sottolineato che “le Istituzioni hanno senso se promuovono l’umanità a 360 gradi”. “Dalla comunità locale, come questa che è un esempio di accoglienza e integrazione, fino all’Europa a e alle Nazioni Unite – è stato l’invito del consigliere comunale – dobbiamo stringerci attorno alle Carte che sono state scritte dopo le guerre e difendere quei principi nelle Istituzioni perché se dovessero cambiare quelle Carte ritorneremmo a tempi di guerra”.
“Siamo qui per fare memoria delle 368 vittime del naufragio del 3 ottobre 2013”, ha aggiunto Sabrina Alfonsi, presidente del I Municipio, evidenziando che da quella data continuano i morti nel Mediterraneo, “nell’indifferenza del Governo e delle Istituzioni”. “Se non si creano delle modalità per permettere a queste persone di fuggire da luoghi di guerra, saranno costrette sempre a mettersi nelle mani dei trafficanti di esseri umani”, ha osservato Alfonsi per la quale è necessario “individuare percorsi perché i migranti possano avere una nuova vita”. “Nei loro occhi noi rivediamo la nostra storia”, ha detto Fabrizio Fantera, figlio di Bruno, “Giusto tra le nazioni” che salvò una famiglia di ebrei ai tempi della persecuzione. L’iniziativa del Centro Astalli di piantare un albero di alloro nel Giardino pubblico a ricordo delle vittime dell’immigrazione rappresenta, ha concluso Fantera, “un legame con il passato, in un luogo accogliente che storicamente ha sempre tenuto insieme le persone”.