Migranti: p. Ripamonti (Centro Astalli), un invito all’accoglienza e all’assunzione di responsabilità mentre soffiano “venti di intolleranza”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Bisogna “porre al centro le persone: prima di tutto il salvataggio. Poi, l’accompagnamento e l’accoglienza non devono mai venire meno”. Lo ha ribadito padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, ricordando che “teniamo sempre aperto il dialogo con le Istituzioni perché riteniamo importante la collaborazione a diversi livelli e le migrazioni devono essere affrontate a vari livelli di responsabilità”. “L’apertura al dialogo è un dato fondamentale”, ha aggiunto il gesuita a margine dell’inaugurazione a Roma (in piazza Bernini, nel quartiere storico di San Saba) di uno dei “Giardini della memoria e dell’accoglienza”.
“Mentre in Italia e in Europa soffiano venti di intolleranza, vogliamo sensibilizzare le persone ad un’assunzione di responsabilità: perché si accolga chi arriva e perché chi arriva viva a pieno la propria cittadinanza”, ha affermato padre Ripamonti evidenziando il valore dell’iniziativa che accomuna le sette città in cui il Centro Astalli opera. “Abbiamo pensato di dedicare una parte di un giardino pubblico e non fare un giardino nuovo perché la memoria è parte delle memorie di questa città”, ha spiegato il religioso. E, ha aggiunto, “abbiamo scelto un giardino nel cuore della città perché riteniamo importante che tutti i cittadini, compresi quelli di nuovo arrivo, possano assumersi la responsabilità di questa accoglienza e di questa memoria”. “Un albero in un giardino è qualcosa di cui prendersi cura. Un albero, in un giardino che esiste e fa parte della storia città, è qualcosa in più che aumenta la diversità e rappresenta dunque – ha concluso – un invito all’accoglienza delle diversità ma anche ad un prendersi cura reciproco di chi arriva e di chi accoglie”.

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