Migranti: Conte (premier) a Famiglia Cristiana, “unici nemici del Governo sono gli scafisti” ma “non possiamo accogliere tutti i profughi”

“Gli unici nemici di questo Governo sono gli scafisti e tutti i trafficanti di essere umani che alimentano le rotte della disperazione. I migranti che cadono nelle trappole di un futuro migliore e vengono derubati e sfruttati sono le vittime di questo indegno commercio”. Lo afferma il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, in un’intervista pubblicata sull’ultimo numero di Famiglia Cristiana, in uscita domani. Nel ricordare che “noi abbiamo salvato migliaia di persone, ci siamo sempre precipitati a soccorrere i migranti che erano in pericolo di vita e abbiamo sempre fornito loro assistenza sanitaria e vitto”, il premier evidenzia però che “le nostre coste non possono continuare a essere il luogo di sbarco di centinaia di migliaia di migranti nell’indifferenza degli altri Paesi europei”. “Per questa ragione – spiega – abbiamo elaborato una strategia politica che mira a regolare e a gestire i flussi migratori in via strutturale e che offre una puntuale risposta a tutti i complessi aspetti del fenomeno dell’immigrazione”. Secondo Conte, “la politica deve anche assumersi la responsabilità di riconoscere che l’accoglienza indiscriminata non genera integrazione”. “Anche Papa Francesco – aggiunge –, alcuni giorni or sono, ha osservato che bisogna accogliere i migranti nella misura in cui si integrino, con la prudenza dei governi, e che non sia una minaccia contro la propria identità. È un principio a cui ispiriamo la nostra azione di governo”. E sul Santo Padre, ammettendo che “non ho elementi di conoscenza diretta”, il presidente del Consiglio osserva che “le accuse rivolte a papa Francesco appaiono visibilmente assurde e pretestuose”. “Il Santo Padre ha sempre svolto il suo apostolato e interpretato il suo ruolo con profonda umanità, sensibilità e umiltà”. “Il suo spessore religioso e umano – conclude Conte – lo pongono ben al di sopra di questi vili e meschini attacchi”.

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