Cop24: Costa (ministro Ambiente), “determinati ad arrivare ad un accordo”. A Roma 21 gennaio inaugurazione di un centro pro-Africa

“Siamo determinati ad arrivare ad un accordo. La nostra posizione sarà quella di definire il cosiddetto ‘libro delle regole’, che consideriamo elemento di riferimento per poter finalmente partire tutti insieme”: con queste parole, Sergio Costa, ministro dell’Ambiente, ha parlato al Sir della partecipazione italiana alla prossima Conferenza Onu sul clima (Cop24) che si svolgerà a Katowice, in Polonia (3-14 dicembre). La posizione dell’Italia è quella di promuovere “un nuovo cammino di partnership già messo in pratica in incontri bilaterali con altri Paesi a Berlino, agli inizi di giugno, dove abbiamo stabilito delle convergenze sulla nostra posizione e linea” ha detto il ministro che ha partecipato oggi alla presentazione del Pellegrinaggio In Cammino per il Clima iniziativa della Focsiv – Volontari nel mondo, del Gccm – Global Catholic Climate Movement e del The Climate Pilgrimage, in vista della Cop24. “Stiamo trovando alleanze internazionali e stiamo portando avanti bilaterali di sostegno con i Paesi che hanno più difficoltà. Al recente G7 ambientale di Halifax in Canada e alle Nazioni Unite l’Italia – ha affermato Costa – è stata pubblicamente ringraziata per la sua capacità di partnership con i Paesi che hanno i maggiori problemi”. I riferimenti del ministro sono stati per l’Africa, l’Asia e a tante isole minori. “Si tratta – ha spiegato – di un nuovo modello di partnership che prevede aiuti ai Paesi con i quali ci siamo confrontati per comprenderne le esigenze rispetto al cambio climatico. Non ci facciamo colonizzatori di quella nazione ma ci poniamo al suo fianco. Un modello che abbiamo costruito noi e che ci sta portando i primi benefici”. A riguardo Costa ha portato l’esempio di un’iniziativa per il Sahel: “Siamo il primo Paese al mondo – ha sottolineato – che ha deciso di investire in modo eco-compatibile nel Sahel, in quei dieci Paesi che ne compongono la cintura, la zona più aggredita dal punto di vista dalla desertificazione causata dai cambiamenti climatici. Useremo fondi internazionali per produrre energia pulita (eolica e solare) per favorire l’agricoltura scavando pozzi e fornendo ai villaggi energia solare. Evitiamo così alle persone di emigrare dando la possibilità di restare nei loro villaggi seguendo il loro stile di vita. Abbiamo già i fondi e l’accordo con le Nazioni Unite”. Dal rappresentante del Governo italiano è arrivato anche l’annuncio che il prossimo 21 gennaio “a Roma sarà inaugurato un centro pro Africa contro i cambiamenti climatici”. “In Polonia – ha proseguito il ministro – ci ritroveremo per capire se lasciare indietro i Paesi in difficoltà o se aiutarli a camminare con noi. L’Italia vuole che camminino insieme agli altri. Diversamente l’obiettivo di portare le emissioni di Co2 a 1,5° sarà difficile da raggiungere e mantenere”. Per conseguire l’obiettivo Costa ha invocato “flessibilità legata alle problematiche dei singoli Paesi e trasparenza così da avere, anche tecnicamente, un riscontro alle azioni che si svolgono” nell’ambito del loro cammino di conversione ambientale. Un modello simile adottato anche per l’Italia e per le sue emergenze ambientali come le Terre dei Fuochi e l’Ilva. In questo caso Costa ha ribadito l’importanza della partecipazione. “Nella vicenda dell’Ilva è fondamentale. Ricordo – ha spiegato il ministro – che siamo sotto procedura di infrazione europea che ci costa soldi. Lunedì 8 ottobre sarò a Bruxelles per chiudere il procedimento. Inoltre abbiamo costituito presso il Ministero un Osservatorio per la vicenda Ilva che intendiamo allargare anche ai cittadini organizzati così da camminare insieme e poterli ascoltare cercando di mediare tra posizioni necessarie per determinate scelte produttive e quelle di tutela territoriale. Stiamo scrivendo una legge per la terra dei fuochi in cui questo aspetto viene tenuto in debita considerazione. La terra dei fuochi campana non è la stessa di Brescia, non si può utilizzare il modello Campania a Brescia e viceversa”. Salutando, infine, i pellegrini che da Roma si recheranno a piedi a Katowice, 1500 km., il ministro ha chiesto loro di portare “anche un pezzo del Governo italiano perché in questo modo saremo confratelli di questo che è un vero percorso del bisogno”.

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