Giornali cattolici e Grande Guerra: Traniello (Torino), “i cattolici entrano a fare parte della comunità politica nazionale”

La Prima Guerra Mondiale è la fase della storia d’Italia nella quale il mondo cattolico supera il periodo del Risorgimento: “I cattolici entrano a fare parte della comunità nazionale dal punto di vista politico”. Lo ha detto Francesco Traniello (Professore emerito di Storia contemporanea dell’Università di Torino), chiudendo la serata dedicata ai giornali cattolici piemontesi durante il primo conflitto mondiale che questa sera, al Polo del ‘900 di Torino, ha dato conto delle conclusioni di un progetto pluriennale sulla stampa cattolica piemontese negli anni della Prima guerra mondiale condotto dalla Fondazione Donat-Cattin. Traniello ha spiegato quindi che l’entrata nella vita politica italiana dei cattolici è avvenuta attraverso la costituzione del Partito Popolare di Luigi Sturzo, in un momento nel quale il Paese è “scivolato dalle posizioni neutraliste nei confronti della guerra ad altre interventiste. Una fase storica ancora oggi difficile da interpretare a fondo: l’Italia era il Paese che aveva meno ragioni per intervenire nel conflitto”. Quanto al Partito Popolare, questo – ha aggiunto Giorgio Aimetti, che ha partecipato al progetto di ricerca -, “non doveva essere il ‘partito del parroco’”. Dalla ricerca sostenuta dalla Fondazione Donat-Cattin sono derivati libri entrambi curati da Bartolo Gariglio (Ordinario di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Torino) il primo “Pace o guerra? La stampa cattolica nelle diocesi piemontesi 1914-1915” ha approfondito le relazioni fra interventismo e neutralismo; il secondo “Guerra Pace Politica. La stampa cattolica piemontese durante la Prima guerra mondiale”, ha riguardato le vicende durante il conflitto.

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