Chiesa: mons. Viganò (DpC), “sia plurale e sinodale, capace di camminare insieme”

“Una Chiesa plurale e sinodale capace di camminare insieme”. L’ha auspicata mons. Dario Edoardo Viganò, assessore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, nel suo intervento su “La Chiesa al tempo di Papa Francesco” oggi al convegno nazionale dei cappellani e degli operatori per la pastorale penitenziaria, in corso a Montesilvano (Pescara). All’iniziativa, cui prendono parte anche religiosi, religiose, laici e laiche, sono intervenuti il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, e tra i cappellani don Marco Pozza, autore del recente programma di Tv2000 “Ave Maria”. Nel suo intervento mons. Viganò ha sviluppato tre punti essenziali. “Come Chiesa – ha spiegato – viviamo in un tempo così complesso che i sentimenti che possono nascere possono essere di chiusura, di delusione e, a volte, anche di tratto malinconico. Eppure ascoltando l’esperienza di Paolo con la comunità di Corinto comprendiamo che tutto può presentare rovine attorno a noi ma appunto ‘Chi ci separerà dall’amore di Cristo?’”. Quindi, l’assessore del Dicastero della Santa Sede ha indicato la necessità di “una Chiesa plurale” come “all’inizio quando tutte le Chiese (Gerusalemme, Antiochia, Costantinopoli, Alessandria, Roma) si gloriavano di essere state fondate da un apostolo e così si assicurava un legame certo con la figura di Gesù. Uno sguardo meno romanocentrico permette un ascolto sereno e accogliente delle differenti tradizioni ecclesiali e religiose”. Altra caratteristica: “Una Chiesa sinodale”. “Non è scontata l’intenzione di camminare insieme e neppure si può volerlo volontaristicamente. In questo cammino, come dice Papa Francesco, parlare con franchezza e ascoltare con umiltà non devono essere parole radicate ella retorica consolatoria ma virtù da alimentare”.

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