Terremoto Centro Italia: Coldiretti, “è costato agli agricoltori oltre 500 milioni di euro, il mercato locale è crollato del 70%”

foto SIR/Marco Calvarese

Il terremoto è costato ad agricoltori e allevatori oltre 500 milioni di euro. Lo afferma la Coldiretti  in occasione della visita del ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio a due anni dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre 2016, che hanno devastato le Regioni dell’Italia centrale. Confrontando i dati del Pil agricolo pre-sisma nel 2015 con quelli dei due anni successivi nelle campagne marchigiane sono andati persi 140 milioni di euro, mentre in Umbria si è registrato un disavanzo secco di quasi 260 milioni di euro di valore delle produzioni e nel Lazio sono stati “bruciati” 175 milioni di euro. Nel 2017 si è verificata una tiepida ripresa – aggiunge Coldiretti – delle produzioni agricole rispetto all’annata precedente ma la situazione è ancora lontana dal tornare alla normalità se si considera che il Pil
agricolo è ancora complessivamente inferiore a quello del 2015, con punte del 13% in meno per l’Umbria e del 6% in meno per le Marche. Tra i settori più colpiti c’è sicuramente – spiega Coldiretti – quello dell’allevamento, dove la produzione di latte è calata del 20% anche per la chiusura delle stalle. A questo si deve aggiungere il crollo del 70% delle vendite nei paesi svuotati che sta soffocando l’economia locale, a partire dagli agricoltori e gli allevatori che sono rimasti, nonostante le difficoltà. Lo dimostra il fatto – ricorda la Coldiretti – che sulle tavole rimane il ciauscolo, il caratteristico salame spalmabile marchigiano, il pecorino dei Sibillini e le tante altre specialità del territorio – continua la Coldiretti – come la Lenticchia di Castelluccio, la patata rossa di Colfiorito, lo zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp o la cicerchia. Complessivamente sono 25mila le aziende agricole e le stalle censite nei 131 Comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove – continua la Coldiretti – c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, e un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo. Lenta ripresa si registra anche anche per i 444 agriturismi che secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat operano nell’area dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria. Diverse le iniziative avviate in questi mesi da Coldiretti, così come da altre realtà come l’Associazione italiana allevatori e i Consorzi agrari, che hanno consegnato mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi. Importante anche l’operazione “adotta una mucca”, per dare ospitalità ad almeno duemila pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle e “dona un ballone” di fieno per garantire l’alimentazione del bestiame o la riscoperta dell’antica tradizione agropastorale della “paradura” con la quale i pastori sardi della Coldiretti hanno donato mille pecore ai loro colleghi umbri colpiti dal sisma, per risollevarne le sorti.

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