Sinodo 2018: card. Tagle, “Chiesa deve essere accogliente” con le comunità Lgbt. “Donne vanno più ascoltate”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La Chiesa deve essere sempre una Chiesa accogliente, che considera sempre l’umanità di tutti ed è sempre presente accanto a tutti”. Il card. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, ha risposto così ad una domanda sulle comunità Lgbt, durante il briefing di oggi sul Sinodo, in sala stampa vaticana. “L’approccio della Chiesa nei confronti delle comunità Lgbt è stato presente, è stato un tema affrontato più volte dai vescovi”, ha riferito il cardinale partendo dall’esperienza del suo Circolo Minore. Quanto alla presenza o meno del termine Lgbt nel documento finale del Sinodo dei vescovi sui giovani, la cui bozza è stata letta questa mattina in Aula, Tagle ha risposto: “Abbiamo ricevuto la bozza solo questa mattina, dobbiamo trascorrere l’intero pomeriggio e sera a leggerlo. La mia sensazione, tuttavia, è che questi temi faranno parte del documento finale”. Interpellato sulla presenza di persone ad orientamento Lgbt nei seminari, Tagle ha reso noto che nel suo Circolo Minore “il tema dello sguardo umano della Chiesa nei confronti delle persone, a prescindere dal loro orientamento sessuale, è stato molto presente”. “Il tema della loro presenza nei seminari – ha aggiunto – non è emerso, ma è molto chiaro che mentre l’atteggiamento costante è di rispettare la dignità umana e la persona umana, in diverse fasi della vita, soprattutto nella Chiesa, ci sono requisiti che dobbiamo considerare per esercitare in maniera adeguata il ministero”. “Ci auguriamo che l’atteggiamento umano e rispettoso della Chiesa non sia visto in contraddizione con tali requisiti”, l’auspicio. “Ho notato che il Sinodo è stato particolarmente sensibile alla voce femminile”, ha proseguito Tagle rispondendo ad una domanda su quanto la voce delle donne sia stata ascoltata dai 267 padri sinodali. “Nel mio Circolo Minore – ha aggiunto – ci siamo resi conto che la forza di saggezza proveniente dalle donne deve essere ascoltata. Ci sono state proposte molto puntuali che si riferivano anche alla necessità di prendere maggiormente in considerazione le figure di donne presenti nelle Sacre Scritture, per utilizzarle come figure interpretative delle esperienze dei giovani e gettare nuova luce su di esse. Al Sinodo, le donne e le religiose hanno favorito un’espansione dell’orizzonte che era necessaria, a partire non solo dalla diversità culturale, ma dell’esperienza unica che come donne possono offrire alla pastorale”.
 

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