Mafia: Pignatone (procuratore di Roma), “porre il problema della diffusione al Nord”

“La Chiesa deve porre il problema delle mafie al Nord, di quelle che esistono da Roma in su, perché pongono problemi nuovi”. A sottolineare questa urgenza è stato Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica di Roma, che ha preso parte all’incontro di presentazione della Lettera dei vescovi di Sicilia a 25 anni dall’appello di Giovanni Paolo II, che si è tenuto nella chiesa Santa Maria Odigitria, per iniziativa dei Centri Studi “A. Cammarata” e “Mons. A. M. Travia” e dell’Arciconfraternita Santa Maria Odigitria. “Abbiamo accettato che le mafie non sono solo al Sud”, ha spiegato Pignatone ricordando che “dopo le stragi del 92 e del 93, nessuno può dire di non sapere che la mafia esiste”. “Quelle stragi hanno rappresentato per Italia tutta e per la Sicilia in particolare l’età dell’innocenza rispetto alla mafia”, ha spiegato il procuratore della Repubblica di Roma evidenziando che “fino a quel momento era possibile, credendoci, ritenere che la mafia non ci riguardasse direttamente e fosse solo un problema criminale”. Ma, dopo le stragi del 92 e del 93, “lo Stato ha fatto uno sforzo serio che ha portato alla sconfitta di Cosa Nostra corleonese, quella appunto delle stragi”. “È un segno di speranza il fatto che quella Cosa Nostra sia stata sconfitta dallo Stato”, ha scandito Pignatone per il quale tuttavia occorre ancora lavorare per debellarla, consapevoli del fatto che “non basta scaricare le colpe addosso alla politica, perché lo Stato siamo tutti”.

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