“La notizia del furto della statua lignea settecentesca di sant’Ilarione, conservata nell’omonimo eremo nel territorio del Comune di Caulonia, mi addolora profondamente. Se un furto è sempre un male verso chiunque venga perpetrato, è ancora più grave se riguarda un oggetto sacro, che appartiene al patrimonio storico-culturale ed alla fede di una Comunità”. Lo ha affermato in una nota mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, appresa la notizia della sottrazione della statua.
“Si tratta di un furto sacrilego che offende il sentimento religioso e la fede del popolo devoto di Caulonia e di tutta la diocesi”, ha sottolineato Oliva, per il quale “questo gesto sacrilego mi preoccupa perché come Chiesa sentiamo la responsabilità della cura e custodia di un patrimonio storico-culturale e religioso molto importante”. Il presule evidenzia poi che “non vogliamo trasformare le nostre chiese, luoghi di preghiera e di ascolto della Parola di Dio, in musei con ridotti e rigidi orari di apertura e chiusura”. Per questo “chiedo a chi ha compiuto il grave gesto di ravvedersi e di riportare la statua nella chiesetta dell’eremo abitato e custodito da fr. Frédéric Vermorel, che ha trasformato il luogo in uno spazio di silenzio, ascolto e preghiera; luogo che cura con amore, coinvolgimento personale e totale gratuità”.