Mons. Antonio Anastasio Rossi: mons. Caputo (Pompei), “uomo di profonda passione civile e premura per gli ultimi”

“Un uomo di profonda spiritualità, ma sensibile ai bisogni concreti dell’uomo, dotato di una profonda passione civile e di speciale premura per gli ultimi. Ci insegnerà il coraggio e la capacità di non fermarsi al contingente ma di saper guardare verso l’orizzonte dell’avvenire”. Così l’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, ha ricordato mons. Antonio Anastasio Rossi, suo predecessore, nel convegno a lui dedicato stamani come “erede e continuatore delle Opere di Bartolo Longo”. Il sindaco Pietro Amitrano ha messo in evidenza l’esempio “caparbio” di mons. Rossi, “unico in grado, in quel difficile momento storico, di prendere in consegna l’eredità del beato Bartolo Longo”. Dell’impegno del prelato nello sviluppo delle opere di carità hanno parlato suor Isabella Speciale, religiosa delle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei, e fratel Rodolfo Meoli, religioso dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Entrambi hanno sottolineato come mons. Rossi non abbia semplicemente “custodito” le opere sociali del Santuario, ma le abbia “rafforzate e ingrandite tanto da accogliere un numero sempre più alto di bambini ed adolescenti orfani, figli di carcerati, disagiati”. A rafforzare i contenuti delle relazioni, i dati numerici degli anni che intercorrono dal 1928 al 1948, analizzati attraverso una prima indagine statistica da mons. Ciro Cozzolino.

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