74° bombardamento scuola Crispi: Mattarella, “assicurare a giovani generazioni un futuro di serenità e pacifica convivenza”. “Mai più piccoli martiri innocenti”

Nel giorno del 74° anniversario della strage alla scuola elementare “Francesco Crispi” nel quartiere di Gorla, a Milano, “la Repubblica si inchina facendo memoria. La memoria deve tenere le coscienze all’erta sugli orrori della guerra e sulle responsabilità che tutti abbiamo – istituzioni nazionali e internazionali, società civile, cittadini – per assicurare alle giovani generazioni un futuro di serenità e di pacifica convivenza”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione dell’anniversario di quanto successo la mattina del 20 ottobre 1944, quando durante un’ondata di bombardamenti anglo-americani un potente ordigno “non lasciò scampo ai bambini e alle loro maestre: 204 vite vennero crudelmente spezzate – ricorda il Capo dello Stato – e le famiglie disperate dovettero recuperare dalle macerie i corpi di 184 loro figli”. “La strage dei piccoli martiri, nella sua indicibile atrocità, mostra la spietata inesorabilità della logica della guerra e quanto tragiche e ingiustificabili siano le morti dei civili provocate da azioni belliche”, osserva il presidente della Repubblica, rilevando che “l’impatto dei conflitti sulle popolazioni è un tema di grande rilevanza, a cui purtroppo non sempre si presta l’attenzione necessaria”. “Le vittime civili – osserva Mattarella – furono un numero impressionante nella seconda guerra mondiale. E non può lasciare indifferenti la consapevolezza che decine di migliaia di civili continuano a pagare il prezzo della vita nei conflitti ancora in corso”.
Ricordando che “il Parlamento italiano ha di recente istituito la Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo”, Mattarella conclude sottolineando che “l’impegno delle associazioni delle vittime civili di guerra è prezioso per far crescere le riflessioni su questi rischi, affinché mai più, ad ogni latitudine, possano esserci ancora piccoli martiri innocenti”.

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