Sinodo 2018: Ruffini, serve “pastorale digitale” in maniera “ufficiale”. In Islanda si fa “scuola” via Skype

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Come la Chiesa può essere presente nel mondo digitale in maniera ufficiale, da protagonista, con libertà, prudenza e responsabilità”. È uno dei temi su cui si sono confrontati i padri sinodali, secondo quanto ha riferito Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, durante il briefing di oggi in sala stampa vaticana. Quello della “pastorale digitale”, ha riferito il prefetto, è un argomento emerso con forza, a partire da due constatazioni: “I giovani ci sono, la Chiesa c’è”. “Bisogna fare un passo ulteriore per esserci in maniera più strutturata, con una piattaforma più ufficiale”, la proposta emersa dal Sinodo sui giovani, in corso in Vaticano fino al 28 ottobre. “Nei confronti del mondo digitale la Chiesa ha un atteggiamento molto positivo”, ha testimoniato mons. David Bartimej Tencer, vescovo di Reykjavík, in Islanda, “nonostante l’età media dei partecipanti ammonti a più di 70 anni”. “Il mondo secolare è molto più conservatore” riguardo alla rete, ai social e alle nuove tecnologie, la tesi del presule, che a riprova di tutto ciò ha citato il fatto che “molti padri sinodali hanno preparato il loro intervento utilizzando PowerPoint, e inserendo anche filmati video e musica”. “In Islanda senza il mondo digitale saremmo persi”, ha raccontato il vescovo: “Recentemente ho fatto scuola via Skype, avevo una parrocchia a 700 chilometri di distanza”, ha riferito. Poi un esempio tratto dalla sua esperienza diretta tra i giovani: “Mi sono chiesto come attrarre i giovani per leggere la Bibbia. Fino a quando ho puntato sul libro, mi seguivano in pochissimi, ma quando ho chiesto loro di fare un download, tutti l’hanno letta”. L’interesse della Chiesa per il mondo digitale, ha chiosato Tencer, “non è una decadenza, ma uno sviluppo: vuol dire che la Chiesa va avanti, anche grazie al mondo digitale, nella direzione di far sentire sempre più i giovani protagonisti”.

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