Povertà: don Soddu (Caritas), rafforzare ma non interrompere il percorso iniziato con il Reddito d’inclusione

foto SIR/Marco Calvarese

“Oggi vanno evitati errori che rischiano non solo di utilizzare in maniera non efficace le risorse, ma di compromettere l’idea stessa di lotta alla povertà, riconsegnando alla sfiducia, alla incredulità e alla diffidenza questo tema”. Lo ha affermato don Francesco Soddu introducendo l’incontro di presentazione del volume “Povertà in attesa. Rapporto Caritas italiana 2018 su povertà e politiche di contrasto”, che si è svolto questa mattina a Roma nella sede della Fondazione Con il Sud. “Nel nostro Paese – ha sottolineato il direttore di Caritas Italiana – c’è un processo in atto di rafforzamento del welfare territoriale, introdotto dal Reddito di inclusione, che a nostro modo di vedere non va interrotto, perché le nostre comunità locali hanno bisogno anche di servizi sociali territoriali in grado di ascoltare e in grado di accompagnare le famiglie in difficoltà fuori dal tunnel della povertà”. “Accanto a questo – ha osservato ancora don Soddu, riferendosi evidentemente alla prospettiva del Reddito di cittadinanza – c’è certamente la necessità di servizi per l’impiego efficienti”. Ma “la povertà non è solo mancanza di reddito o lavoro: è isolamento, fragilità, paura del futuro. Dare una risposta unidimensionale a un problema multidimensionale, sarebbe una semplificazione che rischierebbe di vanificare un impegno finanziario mai visto su questo tema”. Il direttore di Caritas italiana ha auspicato che si parta dai volti concreti delle persone in condizione di disagio “senza ideologismi o semplificazioni”, per “trovare una strada realistica, concreta e incrementale, per lottare contro povertà ed esclusione”. “Come cristiani – ha concluso don Soddu – abbiamo qualche difficoltà a pensare che si possa abolire la povertà, ma sappiamo che ogni storia riconsegnata alla sua dignità e alla sua libertà rende migliore il nostro Paese”.

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