Povertà: Caritas, il bilancio provvisorio dell’attuazione del Reddito d’inclusione

L’attuazione del Reddito d’inclusione (Rei) ha avuto inizio il 1° dicembre 2017. Fino al giugno 2018 ne ha potuto beneficiare il 60% degli aventi diritto (poco più di 1 milione su 1,7 milioni totali). E’ una percentuale significativa per una misura relativamente “giovane” e un risultato che segnala un buon attecchimento iniziale del Rei nei territori. Lo afferma il Rapporto 2018 della Caritas su povertà e politiche di contrasto, presentato oggi a Roma. Dal 1° giugno 2018 – ricorda il Rapporto – sono venuti meno i criteri familiari e la grave povertà costituisce l’unico requisito d’accesso. Questo significa che la platea degli aventi diritto si è allargata fino a raggiungere la quota di circa 2,5 milioni d’individui. Resta quindi ancora da coprire l’altra metà di quei 5 milioni in povertà assoluta oggi presenti in Italia. Le analisi sulla situazione dopo il 1° giugno, peraltro, mostrano che il diritto al Rei non viene assicurato in tutte le aree geografiche del Paese in maniera corrispondente alla presenza della povertà assoluta (in Italia il 44% delle famiglie in povertà assoluta ha diritto al Rei; nel Sud e nel Centro la percentuale si colloca tra il 50 ed il 54% dei nuclei indigenti lì presenti, mentre nel Nord è tra il 31% ed il 33%). L’importo medio del Rei, inoltre, risulta ancora lontano dall’obiettivo di colmare la distanza tra il reddito disponibile delle famiglie e la soglia di povertà assoluta. Tradotto in cifre, si tratta di salire in media dagli attuali 206 euro mensili a 396; ciò significa, ad esempio, per una famiglia di una persona passare da 150 a 316 euro e per un nucleo di quattro da 263 a 454.

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