Poveri: Acli, presentata oggi l’app “Roma che serve”

Una nuova applicazione, totalmente gratuita e scaricabile da oggi su ogni tipo di smartphone e tablet, che, da un lato, semplifica le donazioni di cibo da parte delle realtà produttive a favore delle associazioni caritatevoli che sostengono i più poveri; e, dall’altro, permette a chi vive situazioni di bisogno di scoprire a Roma e provincia dove possono rivolgersi per trovare da mangiare, un letto per dormire o un posto per lavarsi valorizzando la rete di enti che fattivamente ruotano attorno al progetto offrendo anche servizi primari. Si tratta di “Roma che serve”, l’app presentata oggi dalle Acli di Roma e provincia presso il Centro agroalimentare di Roma, alla presenza tra gli altri di don Benoni Ambarus, e che nasce nell’ambito del progetto di recupero alimentare “Il cibo che serve”, finanziato dalla Regione Lazio.
Il progetto “Il cibo che serve” delle Acli di Roma permette alle realtà produttive che hanno eccedenza di cibo di donarlo a quelle realtà solidali che invece desiderano riceverlo per promuovere azioni di contrasto alla povertà. Un circuito di solidarietà che da giugno 2018 ha già permesso il recupero di 4.000 kg di ortofrutta e nel corso dell’anno di 30.000 kg di pane. Oltre alla app verrà inaugurato questa settimana anche un presidio solidale (il secondo, dopo quello già attivo al Centro agroalimentare di Roma) presso la parrocchia San Paolo della Croce, in via Poggio Verde 319, a Corviale. Questo presidio sarà un punto di distribuzione per il cibo e il pane recuperati, ma anche un luogo di esigibilità dei diritti volto a favorire l’inclusione attiva, con consulenze, assistenza socio-sanitaria, e sportelli di sostegno psicologico. Sarà attivo ogni martedì dalle 16 alle 18. Entro il mese di dicembre, inoltre, i presidi solidali del progetto “Il cibo che serve” diventeranno sei su tutto il territorio romano.
“Un progetto che va oltre il recupero del cibo e del contrasto alle povertà – dichiara Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia – in quanto mira anche a ri-animare la comunità per costruire coesione sociale. Questo ambizioso ma entusiasmante obiettivo è raggiungibile grazie alla rete che aderisce al progetto composta da tutti i protagonisti che concretamente hanno la corresponsabilità di agire la sussidiarietà circolare. Il progetto infatti produce un effetto moltiplicatore di solidarietà in quanto aiuta e sostiene gli enti caritatevoli che ogni giorno sono al fianco degli ultimi, avendo come valore aggiunto la presenza e la collaborazione di Istituzioni, società civile, terzo settore, mondo dell’imprenditoria e agenzie educative come la scuola, l’università e le parrocchie”.

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