Ponti di pace: appello finale, “c’è attesa di pace da parte degli umili e dei poveri della terra. Non possiamo chiuderci nel pessimismo”

(dall’inviata a Bologna) “C’è tanta attesa di pace da parte degli umili e dei poveri della terra, dei feriti dalla vita. Non possiamo chiuderci nel pessimismo o, peggio, nell’indifferenza. Bisogna cambiare i cuori e aprire le menti alla pace”. Lo scrivono i leader religiosi nell’appello di pace che è stato letto questa sera alla cerimonia finale che si sta svolgendo in piazza Maggiore al termine dell’Incontro internazionale “Ponti di pace” promosso nello “Spirito di Assisi” dalla Comunità di sant’Egidio e dall’arcidiocesi di Bologna. “Ci impegniamo – scrivono i leader delle grandi religioni mondiali – a lavorare per rimuovere quanto è spesso all’origine di molti conflitti: l’avidità di potere e di denaro, il commercio delle armi, il fanatismo, il nazionalismo esasperato, l’individualismo e l’affermazione del proprio gruppo elevato a criterio assoluto, la creazione di capri espiatori”. “Occorre oggi cambiare il proprio cuore per costruire un futuro di pace. Questo è il punto di partenza! Non siamo soli in questo compito immenso. La preghiera è la radice della pace, aiuta a non schiacciarsi sul presente. Sì, la forza della preghiera è l’energia più potente per realizzare la pace anche laddove sembra impossibile. Per questo lo ripetiamo: non c’è futuro nella guerra. Possa Dio disarmare i cuori e aiutare ognuno a essere un ponte di pace. Possa Dio aiutarci a costruire la comune famiglia umana e ad amare la ‘nostra madre terra’. Perché il nome di Dio è la pace”.

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