“La personalizzazione dell’insegnamento rappresenta una strategia essenziale per valorizzare la crescita di ogni persona, stimolando non solo il suo ‘sapere’ ed il suo ‘saper fare’, ma anche e soprattutto le dimensioni del ‘saper essere’ (e del ‘saper vivere insieme’)”, esordisce Andrea Porcarelli (Università di Padova) nel suo intervento all’XI Giornata pedagogica della scuola cattolica in corso a Roma su “La scuola della personalizzazione”. Il pedagogista delinea i tratti di una “personalizzazione sostenibile” per le scuole cattoliche, nonostante “i vincoli e le residue rigidità” del sistema scolastico. Anzitutto, sostiene in estrema sintesi, occorre “promuovere l’unità del sapere in una visione olistica della persona” insieme alla “capacità di orientarsi, nella cultura e nella vita, mentre si costruisce un progetto personale” che comprende anche “competenze sociali e civiche” in vista di una “cittadinanza attiva e partecipata”. Ulteriori indicazioni “favorire la dimensione metacognitiva” per “elaborare un pensiero critico” ed autoconsapevole; favorire “un atteggiamento riflessivo, stimolando l’autovalutazione” e “valorizzare un approccio flessibile e attivo alle situazioni di apprendimento”. E ancora: “lavorare per competenze evitando modelli di tipo riduttivo e potenzialmente ‘riduzionisti’ rispetto alla ricchezza e alla dignità della persona umana” privilegiando “gli approcci più aperti ad una prospettiva personalista”. Infine “privilegiare strategie valutative che aprano alla dimensione metacognitiva e autovalutativa” e “promuovere l’attivazione di figure tutoriali tra gli insegnanti e di competenze di tutoring e coaching in tutti i docenti”.