Comunicazione: Mastroianni (giornalista), “ciascuno dovrebbe prendere un pezzo di rete e farsene carico”

“A mano a mano che la rete è divenuta diffusa ci siamo accorti come funziona l’essere umano. Anche prima c’erano l’odio, l’ignoranza e il dissenso, ma rimanevano ignoti”. Così Bruno Mastroianni, giornalista e social media manager di molti programmi della Rai, durante il seminario organizzato da Reteinopera “Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio”.”La televisione non è abituata a ciò che sta accadendo on line. Nella rete ognuno ha la possibilità di obiettare e insultare”, ha aggiunto. Prima della rete “la realtà era selezionata, la parte scartata non eravamo abituati a guardarla. Eravamo abituati a raccontare un luogo, fuori c’era il ‘fuori luogo’. Nella rete invece c’è un potenziamento del ‘fuori luogo’, ma non l’ha creato il web. Siamo esseri umani interconnessi. Lo strumento ci ha resi interconnessi e una conseguenza è l’essere divenuti più vicini. Prima incontrare la differenza spettava al singolo, si gestiva il confine degli ambiti del vivere. Con l’interconnessione tutto ciò è diventato difficile e poco difendibile. On line si creano delle bolle in cui l’individuo è circondato da contenuti e persone in linea con il suo pensiero e gusto. Non è Facebook o Google che deve cambiare l’algoritmo, ma la persona”.
Secondo Mastroianni, “siamo diventati tutti dei piccoli personaggi pubblici. Lo strumento va superato perché è un grande alibi. La questione è molto più profonda. Nessuno ha una dimensione off line separata da quella on line. La domanda è: che vita voglio fare on line? Che significato voglio dare alle relazioni? È importante coltivare le relazioni anche con gli ostili per richiamare gli altri”. In realtà, “la questione è culturale, non tecnica. Quando si fanno acquisti on line o si cerca un ristorante, in quei momenti ognuno di noi dà molta attenzione ai contenuti perché di mezzo c’è una spesa. Dobbiamo iniziare a dare molta attenzione alle informazioni anche se non c’è un rapporto economico. Oggi proprio perché dobbiamo passare dalle risposte alle domande, abbiamo bisogno di persone che abbiano voglia di cimentarsi nel collaudo, ovvero, nelle discussioni on line, verificare se quello che si dice regge alla prova dell’altro. Il collaudo è importante perché ci migliora, può avere effetto sull’altro e sulla moltitudine silenziosa. Abbiamo bisogno di persone che riescono a stare in rete e danno prova di quello che sono. Ciascuno – ha concluso – dovrebbe prendere quel pezzo di rete che gli spetta e farsene carico”.

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