Papa Francesco: al Corpo diplomatico, “lasciare alle generazioni che seguiranno una terra più bella e vivibile”

(Foto: Vatican Media)

“Tra i doveri particolarmente impellenti vi è oggi quello di prendersi cura della nostra Terra”. È il tema della responsabilità verso il creato, l’ultimo argomento trattato nell’amplissimo discorso del Papa al Corpo diplomatico, durato quasi un’ora. “Sappiamo che la natura può essere di per sé cruenta anche quando ciò non è responsabilità dell’uomo”, ha detto il Papa lungamente applaudito: “L’abbiamo visto in quest’ultimo anno con i terremoti che hanno colpito diverse parti della terra, particolarmente negli ultimi mesi in Messico e in Iran mietendo numerose vittime, come pure con la forza degli uragani che hanno interessato diversi Paesi caraibici fino a giungere sulle coste statunitensi e che, più recentemente, hanno investito le Filippine”. Tuttavia, “non bisogna dimenticare che c’è anche una precipua responsabilità dell’uomo nell’interazione con la natura”, il monito di Francesco: “I cambiamenti climatici, con l’innalzamento globale delle temperature e gli effetti devastanti che esse comportano, sono anche conseguenza dell’azione dell’uomo. Occorre dunque affrontare, in uno sforzo congiunto, la responsabilità di lasciare alle generazioni che seguiranno una Terra più bella e vivibile, adoperandosi, alla luce degli impegni concordati a Parigi nel 2015, per ridurre le emissioni di gas nocivi all’atmosfera e dannosi per la salute umana”.
“Lo spirito che deve animare i singoli e le nazioni in quest’opera è assimilabile a quello dei costruttori delle cattedrali medievali che costellano l’Europa”, l’immagine scelta dal Papa: “Tali imponenti edifici raccontano l’importanza della partecipazione di ciascuno ad un’opera capace di travalicare i confini del tempo. Il costruttore di cattedrali sapeva che non avrebbe visto il compimento del proprio lavoro. Nondimeno si è adoperato attivamente, comprendendo di essere parte di un progetto, di cui avrebbero goduto i suoi figli, i quali – a loro volta – lo avrebbero abbellito ed ampliato per i loro figli. Ciascun uomo e donna di questo mondo – e particolarmente chi ha responsabilità di governo – è chiamato a coltivare lo stesso spirito di servizio e di solidarietà intergenerazionale, ed essere così un segno di speranza per il nostro travagliato mondo”.

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