Istituto Teologico Pugliese: Mignozzi (direttore), “Michele Lenoci interprete della svolta conciliare nell’approccio alla Scrittura”

“Formatosi durante gli anni del Vaticano II, si è reso, attraverso la sua attività di docente, interprete della svolta conciliare nell’approccio alla Scrittura e alla sua lettura ecclesiale”. Don Vito Mignozzi, direttore dell’Istituto Teologico Pugliese “Regina Apuliae” di Molfetta, ricorda così al Sir il biblista mons. Michele Lenoci, morto ieri, che ha insegnato per più di 40 anni Sacra Scrittura nello stesso Istituto. “Giunto qui, dopo aver conseguito la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, ha insegnato dal 1970 fino al 2011, mettendo a disposizione le proprie competenze nell’offerta di corsi sull’Antico e sul Nuovo Testamento”, ha raccontato. Nelle parole di don Mignozzi, il profilo di un sacerdote, “profondamente appassionato della ricerca biblica”, che “ha saputo coniugare il rigore dell’analisi testuale alla sua mediazione pastorale, formando, così, generazioni di studenti che attualmente servono le Chiese pugliesi come presbiteri o laici”. Il direttore dell’Istituto Teologico ricorda anche che “insieme alle competenze scientifiche, sempre aggiornate, mons. Lenoci ha unito una spiccata sensibilità spirituale e sapienziale nella lettura del testo sacro, riuscendo ad appassionare e coinvolgere i suoi studenti in itinerari formativi di qualità, necessari per lo sviluppo di un pensiero teologico adeguato e, nondimeno, per un servizio al Vangelo all’altezza delle sfide odierne”. Un ricordo, quello di don Mignozzi, che continua con l’apprezzamento anche per l’impegno nella “predicazione di corsi di esercizi spirituali e di ritiri mensili al clero di diverse diocesi pugliesi e non solo, nella guida di corsi biblici e di pellegrinaggi in Terra Santa”. “Al compimento del suo 70° anno, la Facoltà Teologica Pugliese ha inteso dedicargli una Miscellanea di studi, pubblicata con le edizioni Dehoniane di Bologna e intitolata ‘Gestis verbisque’. In essa si ritrovano saggi di diversi docenti della Facoltà, molti dei quali suoi colleghi e prima ancora alunni”. “La sua morte, che vela di tristezza i ricordi di quanti lo hanno conosciuto – conclude il direttore -, consegna allo stesso tempo un’eredità preziosa che la Facoltà Teologica e quanti lo hanno conosciuto sono chiamati a portare avanti”.

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