Vocazioni: Baratto (pastore valdese) “l’ascolto come pratica presente nel cuore di tutti”

Con un esempio concreto, Luca Baratto, pastore valdese, ha spiegato nell’ambito del dibattito multireligioso al convegno nazionale vocazionale, in corso a Roma, come la Chiesa valdese abbia superato un momento drammatico attraverso l’ascolto. “Nel 2000 – ha ricordato – siamo stati travolti dalla crisi del sistema sanitario nazionale. Gli ospedali gestiti dalla Chiesa valdese rischiavano di chiudere. Una soluzione poteva essere la vendita delle chiese per ripagare i debiti degli ospedali ma facendo così saremmo scomparsi. C’è stato quindi un Sinodo straordinario che è stato l’ascolto di fronte a Dio. Ci siamo interrogati sulle Scritture, abbiamo agito e fatto dei colloqui con le istituzioni che ci hanno permesso di uscire dall’impasse. È stato però l’ascolto reciproco a permetterci di non scomparire”. “Per un valdese – ha aggiunto – la spiritualità si basa sull’ascolto come una pratica che deve essere sempre presente nel cuore delle persone”. Il monaco buddista Osvaldo ha esordito dicendo: “Una cosa che mi sbalordisce quando ascolto le altre religioni è che ci sono moltissimi punti in comune. L’ascolto per il buddismo è importante, non significa rimanere muti ma in silenzio per imparare ad ascoltare noi stessi. Ci nascondiamo per la paura di non essere perfetti. Le etichette servono per darci delle affinità, ma se le etichette predominano, prevalgono come verità assolute. Se siamo aperti impariamo a conoscere da chi ha una visione diversa dalla nostra. L’ascolto deve essere attento e non giudicante, un primo passo della comprensione. C’è una testo buddista che dice tramite l’ascolto la condotta errata è eliminata. Ascoltare è un atto di grande umiltà, di grande forza, non arroganza”. Ultima a intervenire è stata una monaca induista che ha fatto una riflessione sul dialogo interreligioso. “Il motivo fondamentale fra noi – ha affermato – è l’ascolto che crea una trasformazione del nostro cuore. Il primo passo è diventare amici. Nel dialogo la conoscenza dell’altro ci rende più ricchi dell’amore dell’altro. Nell’induismo, la parola di Dio diventa una percezione perciò la persona diventa un veggente”.

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