Don Emilio Majer: mons. Busti (vescovo emerito Mantova), “l’Acec gli deve molto. La sua eredità è ancora promettente”

“Le capacità e l’amore di don Emilio Majer verso il cinema non erano frutto di una passione personale un po’ originale per quei tempi ancora sospettosi di un settore pastorale poco consueto. L’Acec deve molto a quest’uomo, apparentemente burbero e talvolta sbrigativo, perché ha condotto l’Associazione, che suscitava qualche perplessità di collocazione nel panorama pastorale allora diffuso, a rendersi conto delle immense possibilità di dialogo umanamente e religiosamente molto profondo e costruttivo con ciò che esprime la cultura cinematografica nei suoi aspetti più veri”. È la testimonianza offerta da mons. Roberto Busti, vescovo emerito di Mantova e presidente dell’Acec dal 2000 al 2014 su don Emilio Majer, scomparso il 2 gennaio. “Don Emilio non si è mai lasciato scoraggiare dalle notevoli difficoltà in questo cammino, ma si è preoccupato di formare persone che hanno permesso all’Acec di radicarsi e rimanere radicati nel cammino concreto delle comunità cristiane capaci di aprirsi ai linguaggi artistici e insieme popolari che fanno emergere ricchezze e miserie del nostro tempo alle quali offrire accoglienza, rispetto e dialogo pe migliorare insieme questo nostro mondo”, prosegue mons. Busti. “Don Majer, con mons. Luigi Pigniatiello e altri è parte insostituibile di quel gruppetto di sacerdoti e laici che hanno creduto in questa strada oggi ancor più concreta e aperta. A lui – conclude il vescovo – va la riconoscenza che si deve a chi ha lavorato giorno per giorno senza chiedere o rincorrere riconoscimenti, lasciando però un’eredità molto ricca e ancora promettente”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy