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Comece: patrimonio cristiano europeo. Mons. Tighe (Santa Sede), “le nostre pietre, la nostra musica e la nostra arte parlano ancora al cuore dell’uomo”

foto Comece

(dall’inviata a Bruxelles) Per la Chiesa, l’Anno europeo del patrimonio culturale designato dall’Unione Europea per il 2018 “è un momento che ci permette di condividere quello che abbiamo, un patrimonio straordinario, ricco di monumenti e opere d’arte, importante a livello storico, culturale, artistico ma anche a livello esistenziale. Le nostre pietre, le nostre tradizioni, la nostra musica, la nostra arte possono ancora parlare al cuore dell’uomo, possono ancora toccare le anime”. Lo ha detto mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio per la cultura, intervenendo oggi alla Conferenza sul “patrimonio cristiani europeo”, promossa dalla Comece. Si tratta di un “patrimonio eccezionale”, spiega mons. Tighe al Sir, che è però chiamato a diventare “luogo di incontro, aperto al dialogo tra credenti e non credenti, per capire insieme cosa dà valore alla vita, come possiamo abitare insieme nelle nostre terre e costruire una società inclusiva per tutti”. In un tempo poi di “analfabetismo religioso” diffuso soprattutto tra i giovani, il patrimonio culturale delle Chiese permette di “offrire una spiegazione di ciò in cui crediamo e perché ha ispirato tanta arte e non lo facciamo per proselitismo ma per arricchire, per condividere la nostra storia con altri”.

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