Venezuela: i vescovi sulle elezioni presidenziali, “uno sproposito etico e umano, un crimine che grida al cielo”

“È uno sproposito etico e umano, un vero crimine che grida al cielo, che in una situazione di penuria, fame, paralisi dei servizi, morte e collasso nazionale, si privilegi uno spettacolo di distrazione e alienazione, in condizioni diseguali, contro ogni senso di equità e servizio alla popolazione”: è l’ennesima denuncia della Conferenza episcopale venezuelana, che pubblica una nota sulla convocazione delle elezioni presidenziali entro il primo quadrimestre del 2018, escludendo di fatto l’opposizione e con l’attuale presidente Nicolas Maduro come principale candidato. Una decisione presa dall’Assemblea nazionale costituente filo-governativa tramite una “imposizione” –  scrivono i vescovi – sulla volontà del Consiglio nazionale elettorale. I vescovi ricordano che l’Assemblea nazionale costituente “è incostituzionale e illegittima”, un fatto “dimostrato dal mandato dato al Consiglio nazionale elettorale” di “convocare elezioni presidenziali anticipate, contravvenendo le leggi vigenti”. Inoltre, sottolineano, “abbiamo una Costituzione nazionale e leggi che stabiliscono chiaramente il procedimento delle elezioni”. “Semplicemente – affermano – si disconoscono e omettono queste disposizioni, per legiferare secondo gli interessi propri del potere”. “In Democrazia – dichiarano – la prima responsabilità di ogni governante è ottemperare ai bisogni di base della gente, che purtroppo oggi è costretta a soffrire la fame, a non poter contare sui servizi minimi indispensabili per la vita, in alcuni casi fino a morire, in altri ad emigrare per poter sopravvivere”. La Conferenza episcopale del Venezuela, presieduta da mons. José Luis Azuaje Ayala, vescovo di Barinas, ricorda l’articolo della Costituzione secondo il quale la sovranità spetta al popolo. Perciò richiama “le istituzioni dello Stato a rispettare la volontà del popolo”: “Il Consiglio nazionale elettorale è l’istituzione chiamata a vegliare sulle garanzie elettorali dei cittadini, da qui la necessità di ristrutturarlo perché ‘compia con imparzialità quanto richiesto dalla Costituzione vigente”. “La dirigenza politica – affermano i vescovi – deve assumere responsabilmente la difficile e reale situazione: la comunità internazionale ha dichiarato apertamente che la volontà del governo è inaccettabile. La dirigenza dei partiti politici è stata in molte circostanze carente e incoerente. Devono aprirsi per cercare un consenso con i diversi settori della società, perché una condizione imprescindibile è riconoscere e raggiungere una unità politica che va oltre le alleanze elettorali”.

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