Maestri cattolici: card. Bassetti, “essere curiosi, appassionati della conoscenza e delle persone, accoglienti verso tutti, aperti alla realtà e al mondo intero”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Essere dei maestri nella scuola italiana è oggi un compito gravoso, ricco di insidie e carico di nuove sfide sociali e culturali. Allo stesso tempo, però, è un lavoro, anzi, una missione bellissima di grande importanza per la formazione dei nostri ragazzi e assolutamente fondamentale per il futuro del nostro Paese”. Lo ha detto oggi il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, intervenendo a Roma al XXI Congresso nazionale Associazione italiana maestri cattolici (Aimc). “Per essere dei maestri cattolici nell’Italia odierna occorre essere audaci nei confronti della mentalità dominanti ed essere esigenti con se stessi – ha aggiunto il porporato -. Non bisogna chiudersi a riccio in una sorta di riserva indiana o al contrario sciogliersi nella società contemporanea come neve al sole. Occorre, al contrario, essere sale della Terra. In questo caso, sale della scuola”. Di qui l’invito a “essere curiosi, appassionati della conoscenza e delle persone, accoglienti verso tutti, aperti alla realtà e al mondo intero, sensibili alle esigenze di verità e di giustizia, affinché a nessuno sia negata l’opportunità di crescere e di offrire il suo originale contributo alla vita comune”. Ma non solo. “Per essere veramente dei maestri cattolici occorre che ognuno di voi dia un significato alto e nobile alla scuola. Come quando don Milani arrivò a scrivere che la ‘scuola mi è sacra come un ottavo Sacramento’. Parole estremamente importanti e che vanno rilette con la dovuta attenzione e rilanciate con l’identica speranza: la scuola deve tornare ad essere un luogo così prestigioso da essere considerato addirittura sacro”. La scuola, infatti, ha osservato il card. Bassetti, “è senza dubbio uno dei luoghi più importanti per l’identità e lo sviluppo di un Paese. Senza la scuola è difficile pensare una comunità coesa di uomini e di donne, in cui anche i più poveri possono istruirsi, crescere ed emanciparsi dalla miseria. Essa è il centro nevralgico del sapere e della cultura di un popolo che si tramanda di ‘generazione in generazione’. La scuola scrive perfettamente don Milani, ‘siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi’”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy