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Papa Francesco: a partecipanti Conferenza antisemitismo,“il nemico contro cui lottare non è soltanto l’odio ma l’indifferenza che paralizza”

“Il nemico contro cui lottare non è soltanto l’odio, in tutte le sue forme ma, ancor più alla radice, l’indifferenza; perché è l’indifferenza che paralizza e impedisce di fare quel che è giusto anche quando si sa che è giusto”. Si è aperto con questo monito il discorso che questa mattina Papa Francesco ha rivolto nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico ai partecipanti alla Conferenza internazionale sulla responsabilità degli Stati, delle Istituzioni e degli Individui nella lotta all’antisemitismo e ai crimini connessi all’odio antisemitico, che si tiene oggi a Roma presso il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. La Conferenza è organizzata in cooperazione con l’Osce, in collaborazione con l’Unione delle Comunità ebraiche italiane e la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea.
“Non mi stanco di ripetere – ha detto il Papa – che l’indifferenza è un virus che contagia pericolosamente i nostri tempi, tempi nei quali siamo sempre più connessi con gli altri, ma sempre meno attenti agli altri. Eppure il contesto globalizzato ci dovrebbe aiutare a comprendere che nessuno di noi è un’isola e che nessuno avrà un futuro di pace senza un degno avvenire per tutti”. Il Papa ha fatto riferimento all’episodio di Caino ed Abele, che “ci aiuta a capire che l’indifferenza è un male insidioso sempre accovacciato alla porta dell’uomo”. L’indifferenza di Caino per la morte di Abele produce disperazione e silenzio. E il Papa ha commentato: “Ricordo questo silenzio assordante, che percepii nella mia visita ad Auschwitz-Birkenau: un silenzio inquietante, che lascia spazio solo alle lacrime, alla preghiera e alla richiesta di perdono”.

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