Diocesi: mons. Giulietti (ausiliare Perugia), “superare contrapposizioni e normali divergenze di opinioni che animano la vita sociale e politica della comunità”

“Nessuna comunità può essere unita senza condividere delle storie, se non ha dei simboli che esprimono le radici più profonde e se non sente che i legami che esistono tra le persone non rispondono semplicemente alla condivisione di interessi per quanto ragionevoli ed umani essi siano. Sono vincoli che nascono da una fraternità più profonda, dall’essere uniti dall’amore di Dio”. Lo ha affermato ieri pomeriggio il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, mons. Paolo Giulietti, presiedendo in una gremita basilica di san Costanzo i Primi Vespri per la solennità del vescovo e martire, patrono della città di Perugia. In questa occasione la comunità offre in onore di san Costanzo cinque doni: la corona d’alloro, il cero, il dolce tipico della festa, il vinsanto e l’incenso. “Esprimono due comunioni”, ha notato Giulietti. “La prima è la comunione tra tutti quelli che si vedono rappresentati in questi simboli: le autorità civili e di pubblica sicurezza, le famiglie, i commercianti, i membri della comunità cristiana. Simboli che uniscono e fanno sentire parte di una medesima realtà”. “Ma questi simboli – ha proseguito – esprimono un’altra comunione come suggerisce Papa Francesco nella Laudato sì, quando parla del fatto che la liturgia rende onore a Dio attraverso delle cose che appartengono alla nostra vita: il pane, il vino, l’acqua, la luce, esprimendo la convinzione che Dio abita dentro la realtà”. Il vescovo ha richiamato l’importanza del “vivere insieme, superando anche le contrapposizioni e le normali divergenze di opinioni che animano la vita sociale e politica della comunità”. “Lasciamoci ancora una volta raccontare da questi cinque gesti simbolici di quello che ci unisce al di là di quello che anche legittimamente ci divide”, l’esortazione di Giulietti, che ha ammonito: “Abbiamo il dovere di trasmettere alle generazioni future questo spirito di comunione, come anche abbiamo il dovere di condividere la nostra comunità con chi arriva da altri Paesi e da altre culture che di questa comunità desidera far parte”.

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