Cristiani perseguitati: Monteduro (Acs), “cristiani d’Egitto esempio vivo per l’Europa”

Alessandro Monteduro, direttore di Acs, con Papa Tawadros

(dall’inviato al Cairo) “Torniamo in Italia con l’immagine vera di una comunità forte e consolidata, un esempio vivo per i cristiani di Europa. Europa nella quale solo lontanamente abbiamo la possibilità di percepire quanto si vive in Egitto. Scopo del viaggio è stato visitare tante diocesi e gli ordini religiosi, come i francescani, per esprimere loro vicinanza spirituale e materiale e profondere come fondazione pontificia ancora più sforzi nell’area mediorientale”. Così Alessandro Monteduro, direttore di Acs Italia, Aiuto alla Chiesa che soffre, traccia un bilancio del viaggio di solidarietà in Egitto che si è chiuso ieri sera (dal 23 gennaio) al Cairo durante il quale una delegazione di Acs, di cui facevano parte anche il vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina, e alcuni giornalisti, ha incontrato le comunità latine e copto-cattoliche del Cairo, Minya, Alessandria e Assiut, il patriarca copto-ortodosso Papa Tawadros II e visitato le chiese copte attaccate dai fondamentalisti islamici e dall’Isis. “Acs, dopo i fatti del 2013 con gli attacchi e gli incendi alle chiese operati dai radicalisti islamici, è stata particolarmente vicina alle comunità cristiane dell’Egitto contribuendone alla sicurezza, alla ricostruzione e al restauro dei luoghi di preghiera colpiti. Siamo stati anche vicini ai familiari delle vittime degli attentati. Ora è urgente andare avanti”. Tra i prossimi campi di intervento di Acs “nuovi luoghi di aggregazione pastorale per il clero e per i giovani, ulteriori investimenti nelle cure sanitarie e in ambulatori già avviati. Un bisogno emergente – ha spiegato il direttore – è quello del sostegno al clero che non vive in condizioni particolarmente dignitose. Aiutare i sacerdoti locali vuole dire permettere loro di dedicarsi totalmente alle comunità che guidano”. “Torniamo in Italia con l’idea di una comunità cristiana egiziana realmente forte e consolidata, un esempio vivo per i cristiani di Europa. In questo Paese – ha sottolineato Monteduro – i fedeli partecipano alle messe consapevoli di mettere a repentaglio la propria vita. Gli attentati dal 2016 ad oggi sono stati tanti ma non hanno allontanato dai luoghi di preghiera i fedeli cattolici e ortodossi. Anzi. Li hanno avvicinati. Dagli incontri con il patriarca copto-cattolico, Ibrahim Sidrak, e con quello copto-ortodosso, Papa Tawadros II, abbiamo ricevuto conferma della sostanziale unità della comunità cristiana di Egitto che, al di là dei numeri, è una grande famiglia che nei momenti di sofferenza ha saputo ritrovarsi ancora più unita”. Un’ultima riflessione Monteduro la riserva al presidente egiziano al-Sisi: “Non possiamo non ammettere l’immenso sforzo che il Governo, con l’Esercito e la polizia di Stato, stanno profondendo per mettere in sicurezza le chiese e i cristiani, che sono innanzitutto cittadini egiziani. Le misure di sicurezza erette davanti le chiese sono un forte deterrente all’azione terroristica dei fondamentalisti islamici. Misure che non spaventano ma rassicurano i fedeli che affollano le loro chiese”.

A seguito delle violenze anticristiane dell’agosto 2013, Acs ha finanziato la messa in sicurezza di diverse chiese e luoghi pastorali per un totale di 76.300 euro. Tra questi interventi anche la costruzione di mura di cinta attorno alla cattedrale di Alessandria e al complesso del patriarcato copto cattolico, nel quartiere di Kobry El Koba al Cairo. Numerose anche le chiese incendiate o distrutte durante le violenze anticristiane che Acs ha contribuito a restaurare o ricostruire, per un totale di 91.000 euro. Infine non sono mancati aiuti alle famiglie delle vittime e alle famiglie cristiane le cui attività sono state distrutte, per un totale di 124.430 euro.

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