Riforma: mons. Semeraro (C9), nunzi apostolici “figura pastorale”

“L’avere esplicitato la giusta distinzione tra missione ecclesiale e missione diplomatica dei nunzi risulta essere un dato di fondamentale importanza per sottolineare che quella del rappresentante pontificio è, per quanto goda di un evidente carattere diplomatico, una figura pienamente ecclesiale”. È quanto scrive mons. Marcello Semararo, vescovo di Albano e segretario del C9, in un ampio articolo – anticipato al Sir – che verrà pubblicato sul numero de “Il Regno” in uscita nei prossimi giorni (2/2018). Commentando la decisione di Francesco di aver costituito, il 21 novembre scorso, all’interno della Segreteria di Stato una Terza sezione denominata “Sezione per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede”, Semeraro spiega che “l’effetto che ne è risultato è stato un rafforzamento dell’ufficio del delegato per le rappresentanze pontificie, già esistente nella medesima Segreteria di Stato in base alla costituzione apostolica Pastor bonus particolarmente legata alla prima Sezione”. Scopo della nuova sezione, ricorda Semeraro, è “dimostrare l’attenzione e la vicinanza del Santo Padre e dei superiori della Segreteria di Stato al personale di ruolo diplomatico” e ciò, soprattutto, mediante una regolare visita alle sedi delle rappresentanze pontificie, tema questo, insieme a quello dei nunzi apostolici, “entrato sin dal principio nell’agenda del Consiglio di cardinali, trovando l’immediata corrispondenza da parte del Papa” e avendo “come principale interlocutore lo stesso segretario di Stato, nel frattempo cooptato nel Consiglio dei cardinali”. Nella codificazione canonica del 1917, ricorda il vescovo, “quella dei nunzi era considerata sotto il profilo prevalentemente diplomatico”, mentre il Codice di diritto canonico del 1983 riflette l’auspicio del Concilio, che l’ufficio dei legati del Romano Pontefice venisse più esattamente definito in considerazione del ministero pastorale dei vescovi”. Nel motu proprio Sollicitudo omnium ecclesiarum di Paolo VI, del 23 giugno 1969, interamente dedicato all’ufficio dei rappresentanti del Romano Pontefice, “alla luce dell’ecclesiologia del Vaticano II, la missione pastorale e giuridica dei nunzi riguardo alla Santa Sede e alle Chiese particolari è qui chiaramente distinta dalla missione diplomatica esercitata riguardo agli Stati e alle Organizzazioni internazionali”, sicché “scopo primario e specifico della missione del rappresentante pontificio è di rendere sempre più stretti e operanti i vincoli che legano la Sede apostolica e le Chiese locali”. Quello dei nunzi, in sintesi, è “un incarico di carattere religioso ed ecclesiologico riferito alla funzione primaziale del Papa”, come ha spiegato lo stesso Francesco nell’incontro del 21 giugno 2013 durante l’Anno della fede, “quando si soffermò specialmente sulla loro figura pastorale”, e poi in quello del 17 settembre 2016, nel contesto del Giubileo straordinario della misericordia, in cui “mise in risalto la dimensione ecclesiale del loro ufficio”.

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