Riforma: mons. Semeraro (C9), “estroversione” e “discernimento”

“Il Papa guarda alla Curia romana con uno sguardo e con un’intenzione simili a quelli con cui il Concilio ha guardato alla Chiesa: una Chiesa nel mondo contemporaneo, ossia in atteggiamento empatico”. Lo scrive mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del C9, in un articolo pubblicato su “Il Regno” in uscita nei prossimi giorni (anticipato al Sir). Soffermandosi sui criteri della riforma di Papa Francesco, Semeraro spiega che l’atteggiamento “ad extra” della Curia si caratterizza nel “conservare vivo il senso delle relazioni e della concretezza”, come scrive il Papa nel discorso alla Curia del 21 dicembre 2017, dove Francesco deduce i caratteri della ministerialità della Curia e del servizio che essa è chiamata a svolgere “sia dall’antico testo della Didascalia degli apostoli, sia dalla tradizione spirituale in genere e, più da vicino, nuovamente dalla spiritualità ignaziana”. La Curia romana, per Francesco, “ha un’indole ministeriale” e un carattere “diaconale”, legati strutturalmente al ministero petrino. Di qui la centralità del “discernimento”, direttamente proporzionale alla capacità di “estroversione” della Curia.

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