Minori stranieri non accompagnati: Intersos denuncia le riammissioni illegali e la mancata tutela da parte di Francia, Svizzera e Austria

Minori costretti a spogliarsi di fronte ad altre persone per le perquisizioni, scarpe tagliate e oggetti personali sottratti, violenze fisiche e verbali, respingimenti collettivi e mancata possibilità di presentare la richiesta di asilo politico. Sono queste alcune delle vessazioni raccolte dagli operatori dell’Ong Intersos al termine di un monitoraggio sulle condizioni dei minori stranieri non accompagnati, condotto da agosto a ottobre 2017, lungo l’arco del confine settentrionale italiano: Ventimiglia, Como, la direttrice del Brennero e i valichi del Friuli. “A prescindere dalla gravità delle violazioni, commesse dai singoli Stati lungo il confine, non è difficile, osservando gli eventi e le procedure di verifica, cadere preda di un senso di sconforto e di dolorosa percezione di fronte al controllo, le sue falle, le vessazioni gratuite e l’arbitrio di alcune scelte discrezionali”, si legge nel rapporto intitolato “I minori stranieri non accompagnati lungo il confine settentrionale italiano”. “Nelle zone di confine – scrivono gli operatori di Intersos – emerge una diffusa inapplicazione delle disposizioni previste a tutela dei minori non accompagnati dalle relative norme di rango internazionale, europeo e nazionale, con la presenza di prassi operative gravemente lesive dei diritti e del benessere psico-fisico dei soggetti coinvolti”. In particolare “le autorità francesi, svizzere e austriache procedono sistematicamente alla riammissione in Italia dei minori da loro intercettati e, seppur con modalità varie, vengono meno all’obbligo di protezione e alla conseguente presa in carico dei minori”.

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