Gioco d’azzardo: Consulta antiusura, “tutto è mafioso e criminale, piaga da eliminare senza distinzioni tra legale e illegale”

“L’azzardo tutto è mafioso e criminale. Non è esiste la distinzione tra azzardo legale e illegale. Sono due facce della stessa moneta che si alimentano e si sostengono tra loro. Lo abbiamo ribadito in tutte le sedi istituzionali ai referenti pubblici che si occupano del fenomeno. In questi giorni è apparso in modo inequivocabile nelle molte pagine dell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione Leviathan condotta dalla Dia di Napoli contro il potentissimo clan Moccia di Afragola”. È la netta posizione della Consulta nazionale antiusura che in un comunicato definisce l’azzardo “una piaga economica e sociale che va eliminata in toto senza distinzione di sorta”. Non basta, si legge nella nota, “che lo Stato affidi a soggetti incensurati le concessioni, il controllo deve proseguire sui soggetti cui è affidata la gestione dei punti scommesse. Il centro Snai a Casoria infatti era gestito dal figlio di un esponente del clan Moccia, Claudio Piscitelli, definito killer ‘senza pietà’ dai collaboratori di giustizia. Era diventato un luogo di ritrovo del gruppo camorrista in cui veniva intascato anche il pizzo su diverse attività economiche. L’azzardo è un settore in cui la criminalità ha fatto ingenti investimenti, per cui ‘l’azzardo cosiddetto legale’ fa da volano agli interessi della criminalità. È un fenomeno che bisogna arrestare immediatamente in tutte le sue forme, è a rischio il benessere e la stabilità economia e sociale del Paese. Il governo ne ha perso il controllo, tutti i giorni le Fondazioni antiusura ascoltano i drammi famigliari e personali delle persone che finiscono nel tunnel dell’azzardo”. La Consulta nazionale antiusura auspica “una seria presa di coscienza da parte dei rappresentanti delle istituzioni e dei candidati al Parlamento affinché intraprendano misure rivolte a segnare una inversione di rotta delle politiche economiche del Paese che purtroppo sono a beneficio degli interessi delle lobby dell’azzardo e non della salute del Paese”.

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