Diocesi: mons. Brambilla (Novara), “porre al centro il destino della generazione giovanile e la famiglia di domani”

Denatalità, disoccupazione e indebitamento pubblico “sembrano trattenere ancora la carovana del mondo giovanile sulle rive del Giordano, impedendogli di entrare nella terra promessa. Bisogna però che vi sia uno scatto di generosità da parte del mondo adulto. Ciò che può fare la vita pubblica richiede una competente e disinteressata azione di intervento della politica: l’elezione del prossimo parlamento dovrebbe porre al centro il destino della generazione giovanile e la famiglia di domani”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, in occasione della celebrazione per la festa di san Gaudenzio durante la quale ha aperto ufficialmente l’Anno Gaudenziano per il XVI centenario della morte del santo patrono. Brambilla ha incentrato l’omelia sui giovani e sulla strada da percorrere “per crescere verso l’età adulta della vita e della fede”. Un “cammino” che “è come un esodo, un’uscita dall’Egitto per entrare nella terra promessa passando attraverso il mare e il deserto”. Il vescovo ha evidenziato che “oggi fatichiamo a trasmettere le due esperienze fondamentali: che la vita è buona e merita fiducia, che il bene della vita va speso crescendo nella responsabilità”. “Pensare agli adolescenti e ai giovani – ha ammonito – oggi vuol dire anzitutto restituire alla famiglia la sua vocazione di grembo generante, che non dona solo la vita, ma le dona anche la voglia di vivere, di rischiare, di slanciarsi nel mondo, che non riempie i ragazzi solo di beni, ma insegna loro a rischiare, dona il gusto e la curiosità di capire, fare, amare, donarsi”. “Tutti insieme – ha evidenziato il vescovo – siamo chiamati all’opera di costruire nei figli il patrimonio dell’umanità di domani: diamo meno cose e più valori, doniamo meno beni e più tempo, concediamo meno possibilità e regaliamo più presenza”. Brambilla ha anche osservato che “non bisogna solo trasmettere, ma bisogna lasciare lo spazio e soprattutto il tempo per ereditare”. E dopo essersi soffermato sui “tre fenomeni preoccupanti” che “sembrano rimandare sempre più il sogno di poter raggiungere la terra in cui abitare da adulti, dopo aver costruito buoni legami e per generare una storia familiare e sociale, in cui i giovani saranno protagonisti del loro domani”, il vescovo ha ricordato l’impegno della Fondazione san Gaudenzio con il Progetto di microcredito e quello di formazione e lavoro (47 dei 176 giovani che hanno chiesto consulenza hanno già trovato lavoro). Da Brambilla l’invito a “riprendere l’alleanza educativa tra famiglia, scuola e comunità cristiana”. E quello a dare “molto tempo ad ascoltare”: “Stiamo vicino ai giovani, abitiamo i loro spazi e incontriamo i loro desideri”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy