Diocesi: mons. Zuppi (Bologna), “senza pace non c’è futuro e si cancella il passato”

“Senza pace non c’è futuro e si cancella il passato. Non c’è una volta per sempre. È un dono che dobbiamo spendere per chi non lo ha e per chi, perdendo la sua vita lo ha ottenuto. Dobbiamo difenderlo perché la pace è sempre minacciata dal male, erosa da tanti individualismi, dai semi di intolleranza, dalla violenza ordinaria, dall’aggressività nei pensieri e nelle azioni, dall’incapacità a dialogare e riconoscere il prossimo”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi , presiedendo la celebrazione eucaristica per solennità di Maria SS.ma Madre di Dio. Nell’omelia, l’arcivescovo ha evidenziato che “la pace richiede ponti sempre nuovi, perché altrimenti si costruiscono muri che impediscono anche fisicamente di vedere il prossimo e per questo ci riempiono di paure”. Inoltre, ha aggiunto, “la pace non è una preoccupazione accessoria. È una lotta drammatica per la vita, contro le terribili sorelle delle guerra che sono la povertà, le malattie, la distruzione, la disperazione, la fame”. “Rischiamo di rendere la nostra pace stolto ottimismo – ha ammonito – se non affrontiamo i tanti pezzi della guerra mondiale e le epifanie drammatiche di dolore che ci raggiungono, come quei fratelli e sorelle che emergono dal grande abisso del terzo mondo alla ricerca di futuro”. “Sono ‘lottatori di speranza’ che – ha proseguito – vogliono solo scappare da veri inferni sulla terra. Questi ci riguardano”. E richiamando l’art. 11 della Costituzione italiana, mons. Zuppi ha rilevato come sia importante che “diventiamo noi costruttori di un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia, binomio che non può essere mai disgiunto”. “La pace – ha spiegato – è affidata sì ai responsabili delle nazioni ma è anche sempre artigianale e passa per le nostre persone. E per prima cosa dobbiamo essere noi in pace con noi stessi” perché “non si dà la pace se non la abbiamo e la pratichiamo”. “Trasformiamo in cantieri di pace le nostre città”, l’invito dell’arcivescovo: “iniziamo noi a comporre i conflitti con la forza della pace, praticando l’accoglienza, dando e chiedendo perdono, riparando un mondo così diviso a pezzetti e liberandolo da tanto inquinamento di odio e incomprensioni”. D’altra parte, aveva detto mons. Zuppi nella messa presieduta nell’ultimo giorno del 2017, “un tempo come il nostro ha bisogno di uomini veri, grandi di amore e per questo capaci di grandi sogni”.

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